Capitolo 3: La tentazione e la caduta
Non potendo più fomentare la ribellione in cielo, Satana trovò
un nuovo espediente per manifestare il suo odio nei confronti di Dio:
ideò un piano per distruggere l’uomo. Invidiava la pace e la felicità di
Adamo ed Eva, che suscitavano in lui il ricordo di una serenità persa
per sempre. Decise allora di indurli alla disubbidienza, facendo
ricadere su di loro la responsabilità e le conseguenze del male.
Avrebbe trasformato il loro amore in sospetto, i loro canti di lode
in voci di contestazione nei confronti del Creatore. Il suo progetto
aveva due obiettivi: trascinare degli innocenti nella sua stessa misera
condizione e gettare il discredito su Dio e la desolazione in cielo.
I nostri progenitori non vennero lasciati all’oscuro dei pericoli
che li minacciavano. Gli angeli rivelarono loro la storia della caduta
di Satana e il suo piano per distruggerli, spiegando la vera natura
dell’autorità divina, che il principe del male tentava di rovesciare.
Satana e i suoi eserciti erano caduti perché avevano disubbidito ai
comandamenti di Dio. Era quindi molto importante che Adamo
ed Eva li rispettassero perché rappresentavano l’unica garanzia di
ordine e di giustizia.
La legge di Dio, infatti, è sacra come Dio stesso. È la manife-
stazione della sua volontà e del suo carattere: essa esprime amore
e saggezza. L’armonia del creato dipende dalla perfetta corrispon-
denza di ogni essere, animato e inanimato, alla legge del Creatore.
Dio ha stabilito leggi destinate alle creature viventi, ma anche i fe-
nomeni naturali sono regolati da princìpi che non possono essere
violati. Ogni cosa ubbidisce a precise norme che non possono essere
ignorate. Tuttavia, esiste una differenza qualitativa fra le leggi che
regolano la natura e quelle destinate agli esseri umani: unici fra tutte
le creature, essi ubbidiscono infatti a princìpi morali. All’uomo, che
rappresenta il coronamento della creazione, Dio ha dato la capacità
di comprendere le esigenze, la giustizia e l’utilità della sua legge,
i doveri sacri che essa comporta; in cambio di questo privilegio, il
Creatore gli chiede un’ubbidienza senza riserve.
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