La tentazione e la caduta
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i suoi timori: era convinta di avere sufficiente saggezza e forza per
riconoscere il male e resistergli.
Dimenticati gli avvertimenti degli angeli, si trovò ben presto a
contemplare l’albero proibito con un sentimento misto di curiosità
e ammirazione. Il frutto era molto bello: Eva si domandò il motivo
del divieto. Era il momento opportuno per il tentatore. Come se
fosse in grado di leggere nella sua mente, si rivolse a lei dicendo: “...
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Come! Iddio v’ha detto: Non mangiate del frutto di tutti gli alberi
del giardino?” (
Genesi 3:1
). Eva rimase sorpresa e trasalì: le era
sembrato di udire l’eco dei propri pensieri. Ma il serpente continuò
con voce armoniosa, adulandola in maniera sottile: le sue parole
non erano spiacevoli. Invece di abbandonare quel luogo, la donna
si fermò, meravigliata di ascoltare un serpente parlare. Un essere
simile agli angeli si stava rivolgendo a lei: in quel momento Eva
avrebbe dovuto stare attenta; ella invece non pensò che l’affascinante
serpente potesse essere uno strumento dell’angelo ribelle.
La donna rispose all’insidiosa domanda: “... Del frutto degli
alberi del giardino ne possiamo mangiare; ma del frutto dell’albero
ch’è in mezzo al giardino Iddio ha detto: Non ne mangiate e non lo
toccate, che non abbiate a morire... E il serpente disse alla donna: No,
non morrete affatto; ma Iddio sa che nel giorno che ne mangerete, gli
occhi vostri s’apriranno, e sarete come Dio, avendo la conoscenza
del bene e del male” (
Genesi 3:2-5
).
Prendendo quei frutti - dichiarò il serpente - Adamo ed Eva
avrebbero vissuto un’esperienza esaltante e nuovi orizzonti di cono-
scenza si sarebbero aperti davanti a loro. Quell’essere straordinario
aggiunse di avere mangiato egli stesso il frutto proibito e di avere
ottenuto per questo il dono della parola. Il Signore - insinuò Satana -
aveva proibito loro di mangiare quel frutto perché era geloso e aveva
paura che diventassero come lui. Aveva vietato loro di assaggiarlo
e perfino di toccarlo, proprio a causa degli straordinari poteri che
esso conferiva; non dovevano ascoltare l’avvertimento divino, che
in realtà aveva solo lo scopo di intimorirli. Era impossibile che essi
morissero: non avevano forse mangiato il frutto dell’albero della vi-
ta? Dio, evidentemente, aveva cercato di evitare che raggiungessero
una felicità e uno sviluppo superiori.
Ancora oggi Satana compie con successo l’opera intrapresa ai
tempi di Adamo: indurre gli uomini a dubitare della saggezza e