La distruzione di Sodoma
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passeremo la notte sulla piazza” (
Genesi 19:2
). Lo scopo di questa
risposta era duplice: provare la sincerità di Lot e dare l’impressione
di ignorare le abitudini degli uomini di Sodoma, ritenendo di poter
rimanere sulla piazza tutta la notte senza correre alcun pericolo.
La loro risposta però rese Lot più risoluto nella sua decisione di
non abbandonarli in balìa di quella gentaglia e ripeté l’invito con
maggiore insistenza, finché essi accettarono e lo seguirono a casa
sua.
Lot aveva preso una strada lunga e tortuosa per accompagnare
i due uomini, nella speranza che i suoi pigri concittadini non si
accorgessero delle sue intenzioni. Ma l’esitazione degli ospiti, la sua
notevole insistenza, furono notati, al punto che prima che si fossero
ritirati per la notte, una folla di persone senza scrupoli si era formata
intorno alla casa. Era un foltissimo gruppo composto da giovani e
vecchi, entrambi accesi dalle più vili passioni. Mentre gli stranieri
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stavano rivolgendogli delle domande sulla città, Lot udì le grida
e le parole beffarde che provenivano dall’esterno e scandivano la
richiesta che gli ospiti uscissero. Egli li pregò di non avventurarsi
fuori per quella notte.
Consapevole del fatto che, sotto la spinta di una provocazione,
il gruppo avrebbe facilmente fatto irruzione con la forza in casa
sua, Lot uscì e cercò di fare in modo che desistesse, dicendo: “Deh,
fratelli miei, non fate questo male!” (
Genesi 19:7
). Usando il termi-
ne “fratelli” nel senso di vicini, egli sperava di accattivarsi la loro
simpatia e di fare in modo che si vergognassero del loro vile proget-
to. Ma le sue parole furono come olio gettato sul fuoco: la loro ira
divampò ed essi lo derisero perché aveva osato ergersi a loro giudice,
minacciando di trattarlo peggio di come pensavano di fare con i suoi
ospiti. Se non fosse stato liberato dall’angelo di Dio, lo avrebbero
aggredito e fatto a pezzi. I messaggeri divini “... stesero la mano,
trassero Lot in casa con loro, e chiusero la porta” (
Genesi 19:10
).
Ciò che accadde in seguito rivelò l’identità degli ospiti che aveva
accolto. Essi infatti “... colpirono di cecità la gente ch’era alla porta
della casa... talché si stancarono a cercar la porta” (
Genesi 19:11
).
Gli abitanti di Sodoma subivano le conseguenze di una duplice ce-
cità: erano diventati insensibili a livello morale e venivano colpiti
fisicamente da Dio affinché presi dal timore, desistessero dal loro
proposito malvagio. L’ultima notte non fu caratterizzata da peccati