Pagina 190 - Patriarchi e profeti (1998)

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Patriarchi e profeti
loro che hanno sbagliato, se esprimeranno un sincero pentimento.
Giacobbe ottenne la vittoria quando perse la lotta intrapresa con le
proprie forze, si arrese a se stesso e si abbandonò fiducioso a Dio,
dal quale imparò che solo la potenza e la grazia divine potevano
assicurargli quelle benedizioni che chiedeva con insistenza. La stes-
sa cosa avverrà per coloro che vivono negli ultimi tempi. Quando
i pericoli li circonderanno, e cadranno vittime della disperazione,
dovranno affidarsi esclusivamente al Cristo. Non potranno realizzare
nulla, con i loro semplici sforzi. Inermi e indegni, dobbiamo riporre
la nostra fiducia nei meriti del Salvatore crocifisso e risorto. Tutti
coloro che agiranno in questo modo otterranno la vita eterna.
La lunga e dolorosa memoria delle nostre colpe è presente da-
vanti a Dio. Niente viene dimenticato. Colui che nel passato ascoltò
le invocazioni dei suoi figli, ascolta anche oggi la preghiera della
fede e perdona le nostre trasgressioni. Lo ha promesso e manterrà la
sua parola.
Giacobbe vinse perché fu deciso e fermo. La sua esperienza
dimostra l’efficacia di una preghiera costante. Oggi dobbiamo im-
parare a pregare con perseveranza per ottenere l’esaudimento e svi-
luppare una fede che non ammette cedimenti. Le più grandi vittorie
riportate dalla chiesa del Cristo o dai singoli cristiani non sono otte-
nute grazie all’abilità o all’educazione, alla ricchezza o all’appoggio
umano, ma attraverso una preghiera personale, a tu per tu con Dio,
animata da una fede appassionata e tenace, capace di afferrare il
“potente braccio di Dio”.
Coloro che non vogliono abbandonare ogni loro errore e non
ricercano seriamente le benedizioni di Dio non le otterranno, mentre
tutti coloro che, come Giacobbe, conteranno sulle promesse divine e
saranno perseveranti e sinceri, avranno lo stesso successo. “E Dio
non farà Egli giustizia ai suoi eletti che giorno e notte gridano a
lui, e sarà Egli tardo per loro? Io vi dico che farà loro prontamente
giustizia...” (
Luca 18:7, 8
).
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