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Patriarchi e profeti
che si deve produrre in lui. Egli si sforzerà di pregare con costanza e
sincerità: il suo impegno sarà infaticabile. Gli atteggiamenti e le abi-
tudini negative devono essere respinti con decisione: solo attraverso
una scelta personale, diretta a correggere i difetti e a ricercare un
comportamento coerente con i princìpi della giustizia, sarà possibile
ottenere il successo sul piano spirituale. Molti non raggiungono
mai il livello al quale potrebbero arrivare, perché aspettano che Dio
agisca su elementi del loro carattere per i quali egli ha concesso
loro la forza per correggerli. Tutti coloro che desiderano prepararsi
per un servizio utile devono esercitare su se stessi una severa disci-
plina mentale e morale, con la consapevolezza che l’aiuto divino
potenzierà gli sforzi individuali.
Isolato fra le montagne, Mosè rimase solo con Dio. I magnifici
templi egiziani, monumenti di superstizione e falsità, non lo attirava-
no più. Nella solenne grandezza delle montagne eterne, contemplò
la maestosa presenza di Dio: gli dèi d’Egitto gli apparvero inutili
e insignificanti. In quella solitudine, Mosè riusciva a scorgere in
ogni cosa un intervento del Creatore: lo sentiva presente, come se si
trovasse sotto la sua protezione. Questa sensazione cancellò il suo
orgoglio e il suo senso di autosufficienza. Nell’austera semplicità di
quella vita solitaria, gli effetti negativi degli agi e del lusso che aveva
conosciuto in Egitto svanirono. Mosè divenne paziente, rispettoso
e umile, “... un uomo molto mansueto, più d’ogni altro uomo sulla
faccia della terra” (
Numeri 12:3
), ma anche dotato di una forte fede
nel potente Dio di Giacobbe.
Per anni, mentre vagava con il gregge in quei luoghi solitari,
meditò sulle condizioni degli ebrei oppressi. Ricordava il patto
di alleanza che aveva unito Dio ai suoi padri e le promesse che
costituivano l’eredità del popolo eletto: pregava il Signore giorno e
notte per la liberazione d’Israele. Gli angeli lo circondavano della
loro luce. Allora, ispirato dallo Spirito Santo, egli scrisse il libro
della Genesi. I lunghi anni trascorsi in solitudine furono una grande
benedizione non solo per Mosè e il suo popolo, ma per tutta l’umanità
e per sempre.
“Or nel corso di quel tempo, che fu lungo, avvenne che il re
d’Egitto morì, e i figliuoli d’Israele sospiravano a motivo della schia-
vitù, e alzavan delle grida; e le grida che il servaggio strappava loro
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salirono a Dio. E Dio udì i loro gemiti; e Dio si ricordò del patto con