Mosè
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Abrahamo, con Isacco e con Giacobbe. E Dio vide i figliuoli d’I-
sraele, e Dio ebbe riguardo alla loro condizione” (
Esodo 2:23-25
). Il
tempo della liberazione d’Israele era giunto: Dio avrebbe realizzato
il suo piano schiacciando l’orgoglio degli uomini.
Il liberatore sarebbe stato un umile pastore con in mano un
semplice bastone, che Dio avrebbe trasformato in un simbolo della
sua potenza. Un giorno, mentre Mosè faceva pascolare il suo gregge
vicino a Horeb, “la montagna di Dio”, vide un arbusto in fiamme:
i rami, le foglie e il tronco, benché in fiamme, sembrava non si
consumassero. Si avvicinò per osservare quello spettacolo insolito
e una voce che proveniva dalle fiamme lo chiamò per nome. Con
voce tremante egli rispose: “Eccomi”. Gli fu detto di non avvicinarsi
con un atteggiamento di curiosità profana. “... Non t’avvicinar qua;
togliti i calzari dai piedi, perché il luogo sul quale stai, è suolo sacro...
Io sono l’Iddio di tuo padre, l’Iddio d’Abrahamo, l’Iddio d’Isacco e
l’Iddio di Giacobbe”. Era colui che, in veste di Angelo del patto, si
era rivelato ai suoi padri nei secoli passati. “E Mosè si nascose la
faccia, perché avea paura di guardare Iddio” (
Esodo 3:5, 6
).
Tutti coloro che si presentano davanti a Dio devono avere un
atteggiamento umile e rispettoso. Nel nome di Gesù possiamo avvi-
cinarci al Signore con fiducia ma non per questo dobbiamo nutrire
sentimenti irriverenti o presuntuosi, come se Egli fosse al nostro
stesso livello. Alcuni si rivolgono al Dio grande, onnipotente e santo,
che abita in una luce inaccessibile, come se avessero a che fare con
un loro simile, o perfino con un essere a loro inferiore.
Altri, nel luogo di culto si comportano come certo non si permet-
terebbero nella sala di udienza di un sovrano terreno. Queste persone
dovrebbero ricordare che si trovano alla presenza di colui che viene
adorato dai serafini, davanti al quale gli angeli si velano il volto,
in segno di adorazione. A Dio deve essere manifestato profondo
rispetto. Tutti coloro che sono realmente coscienti della sua presenza
si inchineranno con umiltà davanti a lui. Come Giacobbe, quando
contemplò la visione di Dio, essi esclameranno: “... Com’è tremendo
questo luogo! Questa non è altro che la casa di Dio, e questa è la
porta del cielo!” (
Genesi 28:17
).
Mosè ascoltava con atteggiamento devoto, e la voce di Dio con-
tinuò: “... Ho veduto, ho veduto l’afflizione del mio popolo che è
in Egitto, e ho udito il grido che gli strappano i suoi angariatori;