Dal mar Rosso al Sinai
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lasciato l’Egitto si fermarono, accampandosi per la prima volta nel
deserto. Le scorte stavano per finire e la vegetazione era insufficiente
a sfamare le loro greggi, che stavano assottigliandosi. Di che cosa
si sarebbero nutriti? Il dubbio li assalì ancora e i mormorii rico-
minciarono. Questa volta, però, le contestazioni del popolo erano
condivise anche dai capi e dagli anziani, che criticarono apertamente
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le guide che Dio aveva scelto. “... Oh, fossimo pur morti per mano
dell’Eterno nel paese d’Egitto” dicevano “quando sedevamo presso
le pignatte della carne e mangiavamo del pane a sazietà! Poiché voi
ci avete menati in questo deserto per far morir di fame tutta questa
raunanza” (
Esodo 16:3
).
Avevano sempre avuto cibo a sufficienza, disponevano ancora
di scorte, ma temevano per il futuro. Non riuscivano a comprendere
come quella folla avrebbe potuto sopravvivere durante il viaggio
attraverso il deserto: vedevano già i loro figli morire di fame. Il
Signore permetteva che sorgessero delle difficoltà e che le scorte
di cibo scarseggiassero, per disporli a rivolgersi a colui che poco
tempo prima era stato il loro Liberatore. Se lo avessero pregato, nel
momento della necessità, Egli avrebbe manifestato il suo amore e
la sua premura per loro. In cambio della loro ubbidienza, il Signore
aveva garantito che nessuna malattia li avrebbe colpiti. Nonostante
queste promesse, al pensiero che i loro figli potessero morire di
fame, essi peccarono di scetticismo.
Il Signore aveva scelto di essere il loro Dio: Israele sarebbe sta-
to il suo popolo ed Egli li avrebbe condotti in un paese grande e
fertile. Ma gli ebrei si scoraggiavano troppo facilmente di fronte
agli ostacoli che incontravano nel loro viaggio. Il Signore li aveva
liberati dalla schiavitù d’Egitto in modo miracoloso; Egli voleva
nobilitarli, educandoli in modo che potessero raggiungere un ta-
le livello morale da riempire di ammirazione le altre nazioni. Per
raggiungere questo obbiettivo era necessario affrontare difficoltà e
sopportare privazioni. Dio avrebbe reso quel popolo di schiavi de-
gno di occupare un posto d’onore fra le nazioni e apprendere verità
sacre e importanti. Se gli ebrei avessero avuto fiducia in colui che
era intervenuto in loro favore, avrebbero sopportato con coraggio
qualsiasi prova. Invece, benché fossero stati più volte testimoni di
chiare manifestazioni della potenza divina, essi non erano disposti a
fidarsi del Signore. Dimenticarono l’amara esperienza che avevano