Pagina 297 - Patriarchi e profeti (1998)

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La legge proclamata al Sinai
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Giosuè tuttavia non entrò nella nuvola, ma rimase all’esterno e
continuò a mangiare e a bere fino al ritorno di Mosè, che invece
digiunò per quaranta giorni.
Sul monte, Mosè ricevette le direttive per la costruzione di un
santuario nel quale la presenza divina si sarebbe manifestata in un
modo del tutto particolare. Dio ordinò: “E mi facciano un santuario
perché io abiti in mezzo a loro” (
Esodo 25:8
) e raccomandò per
la terza volta l’osservanza del sabato dicendo: “Esso è un segno
perpetuo fra me e i figliuoli d’Israele... affinché conosciate che io
sono l’Eterno che vi santifica. Osserverete dunque il sabato, perché è
per voi un giorno santo; ... chiunque farà in esso qualche lavoro sarà
sterminato di fra il suo popolo” (
Esodo 31:17, 13, 14
). Il Signore
aveva ordinato che il tabernacolo fosse costruito immediatamente.
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Il popolo, però, avrebbe potuto pensare che fosse legittimo la-
vorarvi anche durante il sabato. L’opera era infatti della massima
urgenza, in quanto destinata al servizio e all’adorazione di Dio. Per
prevenire quest’errore fu dato in proposito un avvertimento specifico.
Neppure la sacralità e l’importanza di quella costruzione dovevano
indurre gli ebrei a violare il riposo del giorno sacro.
Da allora in poi il popolo sarebbe stato onorato dalla presenza
costante del suo Re. Mosè ricevette questa promessa: “E dimorerò
in mezzo ai figliuoli d’Israele e sarò il loro Dio... e la tenda sarà
santificata dalla mia gloria” (
Esodo 29:45, 43
). Egli ebbe una copia
del Decalogo, scolpita dal dito di Dio su due tavole di pietra, come
simbolo dell’autorità divina e incarnazione materiale della sua vo-
lontà (cfr.
Deuteronomio 9:10
;
Esodo 32:15, 16
). Quella preziosa
testimonianza sarebbe stata gelosamente custodita nel santuario, che
sarebbe stato il centro del culto nazionale.
Dal loro stato di schiavitù, gli israeliti erano stati elevati a una
posizione superiore a quella di ogni altro popolo, per costituire il
tesoro particolare del Re dei re. Dio li aveva separati dal resto del
mondo per affidare loro un compito sacro. Egli li rese custodi della
sua legge e volle, tramite loro, conservare la memoria del suo nome
presso tutti gli uomini.
La luce del cielo avrebbe offerto il suo splendore a un mondo
di tenebre: una voce avrebbe chiamato tutti i popoli ad abbando-
nare l’idolatria per ubbidire al vero Dio. Se gli israeliti avessero
adempiuto fedelmente i loro doveri, sarebbero diventati una grande