L’idolatria al Sinai
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Quando videro Mosè, Aronne e il popolo si allontanarono perché
“temettero d’accostarsi a lui” (cfr.
Esodo 34:30
). Ignorando la causa
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di tanta confusione e terrore, il condottiero degli israeliti insistette
perché la gente si avvicinasse, e indicò il segno della riconciliazione
con Dio, confermando che l’Eterno aveva perdonato Israele. La folla
percepì nella sua voce un tono affettuoso e supplichevole, e infine
qualcuno osò avvicinarsi a lui ma, troppo spaventato per parlargli,
indicò la sua espressione e quindi il cielo. Allora Mosè comprese
cosa volesse dirgli. Consapevoli delle loro colpe e della disapprova-
zione di Dio, gli ebrei non riuscivano a sopportare la luce divina che,
se avessero ubbidito alla sua volontà, li avrebbe riempiti di gioia.
Chi ha compiuto un’azione malvagia ha paura: chi invece è libero
da sensi di colpa non cerca di evitare la luce che proviene dal cielo.
Mosè aveva molte cose da riferire loro, ma comprese quel timore
e si coprì il volto con un velo che indossò ogni volta che ritornava al
campo, dopo essere stato in presenza di Dio.
Con questo splendore, Dio voleva imprimere nella mente degli
israeliti la sacralità della sua legge e la gloria del Vangelo, rivelato
attraverso il Cristo. Sul Sinai Dio non presentò a Mosè soltanto
le tavole della legge ma anche l’intero progetto per la salvezza
dell’uomo. Egli vide il sacrificio del Cristo, prefigurato da tutti i
simboli della tradizione ebraica. Ciò che rendeva così luminoso il
volto di Mosè erano il fiume di luce che proveniva dal Calvario
e la gloria della legge di Dio. La luce divina era il simbolo della
solennità della grazia, di cui Mosè era lo strumento umano, come
rappresentante dell’unico e vero mediatore fra Dio e l’uomo, il
Cristo.
La gloria riflessa sul volto di Mosè è un esempio delle benedizio-
ni offerte al popolo che osserva i comandamenti di Dio, attraverso
Gesù. Essa dimostra che più stretto è il contatto spirituale fra Dio
e l’uomo, più sarà reso conforme all’immagine divina e partecipe
della sua natura.
Mosè è una rappresentazione simbolica del Cristo. Egli agì come
strumento di Dio per il bene d’Israele e nascose con un velo il suo
volto perché il popolo non avrebbe potuto sostenere la vista della
gloria di Dio. Così il Cristo, il nostro Signore e intermediario presso
Dio, rivestì di umanità la sua natura divina quando venne sulla terra.
Se egli avesse conservato lo splendore della divinità non avrebbe