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Patriarchi e profeti
Mosè rimase solo davanti all’Eterno, senza alcun timore, perché
si sentiva in armonia con il suo Creatore. Il salmista dice: “Se nel
mio cuore avessi avuto di mira l’iniquità, il Signore non m’avrebbe
ascoltato” (
Salmo 66:18
). Ma “il segreto dell’Eterno è per quelli che
lo temono ed Egli fa loro conoscere il suo patto” (
Salmo 25:14
).
Dio proclamò di se stesso: “... L’Eterno! L’Eterno! L’Iddio mi-
sericordioso e pietoso lento all’ira, ricco in benignità e fedeltà, che
conserva la sua benignità fino alla millesima generazione, che perdo-
na l’iniquità, la trasgressione e il peccato ma non terrà il colpevole
per innocente... E Mosè subito s’inchinò fino a terra, e adorò” (
Eso-
do 34:6-8
). Ancora una volta, egli aveva ottenuto da Dio il perdono
per quel popolo che considerava come la sua stessa discendenza. La
preghiera era stata esaudita: il Signore, nella sua generosità, aveva
promesso di confermare la sua benevolenza nei confronti d’Israele
e compiere in sua difesa azioni straordinarie, mai viste “su tutta la
terra né in alcuna nazione”.
Anche questa volta Mosè rimase sulla montagna quaranta giorni
e quaranta notti, miracolosamente sostenuto durante tutto quel perio-
do. A nessun uomo era stato permesso di salire con lui né avvicinarsi
alla montagna, durante la sua assenza. Seguendo un ordine divino,
Mosè aveva preparato due tavole di pietra e le aveva portate in cima
alla montagna. E ancora una volta “... l’Eterno scrisse sulle tavole le
parole del patto, le dieci parole” (
Esodo 34:28
)
Durante il lungo periodo trascorso in comunione con Dio il volto
di Mosè aveva assunto il riflesso della gloria divina. Anche quando
egli discese dalla montagna il suo viso era illuminato da uno splen-
dore abbagliante, di cui non era consapevole. Era la stessa luce che
avrebbe illuminato il volto di Stefano, trascinato davanti ai giudici;
“e tutti coloro che sedevano nel Sinedrio, avendo fissati in lui gli
occhi, videro la sua faccia simile alla faccia d’un angelo” (
Atti 6:15
).
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I DIECI COMANDAMENTI - I dieci comandamenti erano il “patto” al quale il
Signore si riferiva quando disse a Israele: “Se ubbidite davvero alla mia voce e osservate
il mio patto...” (
Esodo 19:5
). I dieci comandamenti vennero definiti da Dio un “patto”
prima che esso venisse stipulato con Israele. Essi non rappresentavano un accordo, ma
qualcosa che Dio stesso aveva ordinato di osservare, di mettere in pratica. Quindi, i dieci
comandamenti - il patto di Dio - divennero la base del rapporto tra lui e Israele. I dieci
comandamenti, in tutti i loro dettagli, rappresentano “tutte queste parole”, con le quali
venne stabilito il patto (cfr.
Esodo 24:8
).