Pagina 32 - Patriarchi e profeti (1998)

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Patriarchi e profeti
della divinità, eterna e non creata. Intorno al trono si raccolsero
dunque i santi angeli; essi costituivano una folla enorme, incalco-
labile, “... il numero loro era di miriadi di miriadi, e di migliaia di
migliaia” (
Apocalisse 5:11
). Quelli che occupavano una posizione
più importante, collaborando con Dio e servendolo, gioivano alla
luce della sua presenza. Davanti a tutti gli abitanti del cielo, il Re
dichiarò che nessuno, al di fuori del Cristo, il suo Figlio unigenito,
poteva conoscere pienamente le sue intenzioni. Egli aveva il compito
di eseguire importanti decisioni. Il Cristo aveva compiuto la volontà
del Padre nel creare l’universo. A lui come al Padre spettavano onori
e fedeltà. Egli doveva quindi continuare a esercitare l’autorità divina,
creando la terra e gli uomini: il suo obiettivo non era ottenere potere
e prestigio personali, ma esaltare la gloria del Padre e realizzarne gli
intenti ispirati dalla generosità e dall’amore.
Gli angeli riconobbero e accettarono con gioia la supremazia di
Gesù e si inchinarono davanti a lui, manifestando il loro amore e
la loro adorazione. Lucifero s’inchinò insieme a loro, ma nel suo
cuore era nato un terribile conflitto. La verità, la giustizia e la lealtà
lottavano contro l’invidia e la gelosia, ma in un primo tempo si lasciò
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contagiare dall’influsso degli angeli fedeli. Quando migliaia di voci
intonarono armoniosi canti di lode, egli provò un amore immenso:
sembrava che lo spirito del male fosse scomparso. Il suo animo si
univa alle lodi degli angeli, ignari del peccato, alla loro devozione
per il Padre e il Figlio.
Ma ben presto l’orgoglio, la brama di onore e potere, l’invidia
per il Cristo ebbero nuovamente il sopravvento. Lucifero non consi-
derava gli importanti incarichi che gli erano stati conferiti come un
dono speciale di Dio: egli non provava quindi nessuna gratitudine
nei confronti del Creatore. Al contrario, si vantava del suo splendore
e della sua posizione e aspirava a essere uguale a Dio. Le altre crea-
ture lo trattavano con amore e rispetto ed eseguivano volentieri i suoi
ordini; egli possedeva una gloria e una saggezza uniche nel creato.
Tuttavia il Figlio di Dio gli era superiore: condivideva la potenza
e l’autorità del Padre e partecipava alle sue decisioni. Lucifero ne
era escluso. “Perché - si chiese questo angelo potente - il Cristo
dovrebbe avere la supremazia? Perché Egli è onorato più di me?”.
Abbandonando il ruolo che gli era stato conferito da Dio, Lucife-
ro cercò di fomentare il malcontento fra gli angeli. Agì segretamente