Pagina 369 - Patriarchi e profeti (1998)

Basic HTML Version

Dal Sinai a Kades
365
di Mosè, Miriam fu guarita dalla lebbra, ma fu allontanata dall’ac-
campamento per sette giorni. Solo quando l’ordine venne eseguito
Dio fece riapparire la nuvola sul santuario, per rendere visibile la sua
protezione sull’accampamento. Tutto il popolo rispettava Miriam
per l’importante ruolo che aveva svolto, ed era addolorato per quella
punizione. Durante i sette giorni in cui la donna rimase lontana
dalla comunità, l’accampamento non si spostò da Hatseroth: tutti
attendevano il suo ritorno.
La malattia di Miriam era un segno della condanna divina, e
doveva rappresentare un avvertimento per tutti gli israeliti e arginare
il diffondersi di sentimenti di malcontento e ribellione. Se Dio non
fosse intervenuto, la gelosia e l’ambizione di Miriam avrebbero
provocato gravi conseguenze. L’invidia è il sentimento che rende
l’uomo più simile a Satana: le sue conseguenze sono tra le più
distruttive. Il saggio autore dei Proverbi sostiene: “L’ira è crudele e
[323]
la collera impetuosa, ma chi può resistere alla gelosia?” (
Proverbi
27:4
). Prima della creazione, sentimenti come questi provocarono
divisioni in cielo; l’uomo ha dovuto subire mali terribili per essersi
abbandonato a questo sentimento. “Dove sono invidia e contenzione,
quivi è disordine e ogni mala azione” (
Giacomo 3:16
).
Non si deve considerare con superficialità l’atteggiamento di
chi parla male degli altri e ne giudica le motivazioni e le azioni. “...
Chi parla contro un fratello, o giudica il suo fratello, parla contro
la legge e giudica la legge. Ora, se tu giudichi la legge, non sei un
osservatore della legge, ma un giudice” (
Giacomo 3:11
). Vi è un
unico giudice: “... Il Signore, il quale metterà in luce le cose occulte
delle tenebre, e manifesterà i consigli de’ cuori...” (
1Corinzi 4:5
).
Chiunque si atteggia a giudice e condanna un suo simile, usurpa una
prerogativa del Creatore.
La Bibbia ci invita in modo particolare a guardarci dall’accusare
con leggerezza coloro che Dio ha chiamato ad agire in suo nome.
L’apostolo Pietro descrive in questi termini una categoria di persone
immorali: “... Audaci, arroganti, non hanno orrore di dir male delle
dignità; mentre gli angeli, benché maggiori di loro per forza e po-
tenza, non portano contro ad esse, dinanzi al Signore, alcun giudizio
maldicente” (
2Pietro 2:10, 11
). E Paolo, tra i consigli diretti a coloro
che hanno degli incarichi di responsabilità nella chiesa, inserisce
questo avvertimento: “Non ricevere accusa contro un anziano, se