Pagina 40 - Patriarchi e profeti (1998)

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Patriarchi e profeti
Il Signore aveva posto nel cielo gli astri e aveva dato ai fiori i loro
colori delicati: aveva riempito la terra di meraviglie. Eppure Egli
la considerava ancora imperfetta: il coronamento di tutto il creato
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doveva essere l’uomo, il signore della terra. Dio plasmò una creatura
degna di colui che le aveva dato la vita. La genealogia ispirata ne fa
risalire le origini non a microrganismi trasformatisi in germi, poi in
molluschi e in seguito in quadrupedi, ma al Creatore stesso. Benché
fosse stato formato dalla polvere, Adamo era “figlio di Dio”.
Egli fu posto al di sopra degli esseri inferiori, quale rappresen-
tante di Dio. Gli animali, infatti, pur non potendo comprendere o
riconoscere la sovranità del loro Creatore, ricevettero la capacità di
amare e servire l’uomo. Il salmista dice in proposito: “Tu l’hai fatto
signoreggiare sulle opere delle tue mani, hai posto ogni cosa sotto i
suoi piedi... le fiere della campagna; gli uccelli del cielo... tutto quel
che percorre i sentieri de’ mari” (
Salmo 8:6-8
).
L’uomo era l’immagine di Dio, nell’aspetto e nel carattere. Solo
il Cristo è tuttavia “l’impronta dell’essenza...” (cfr.
Ebrei 1:3
) del
Padre; l’uomo fu creato simile a Dio, intimamente conforme alla
volontà divina. La sua mente poteva comprendere le realtà spiri-
tuali, i suoi sentimenti erano nobili, gli impulsi e le passioni erano
controllati dalla ragione. Nella sua purezza, egli era felice di questa
condizione di assoluta armonia con Dio.
Quando l’uomo fu creato era molto più alto di quanto lo sia
attualmente; aveva un corpo armonioso e nel suo volto, pieno di
salute, risplendeva la luce della vita e della gioia. Eva era di statura
un po’ inferiore, ma aveva un aspetto nobile, ed era molto bella. La
coppia, prima del peccato, non indossava abiti ma era rivestita di
un alone di luce e di gloria, simile a quello degli angeli. Se fossero
rimasti fedeli a Dio sarebbero stati avvolti per sempre da questo
manto di luce.
Subito dopo aver creato Adamo, Dio fece passare davanti a lui
tutti gli animali affinché ricevessero un nome. Egli vide così che
tutti avevano un compagno, ma “non si trovò aiuto che gli fosse con-
venevole”. Sulla terra non esisteva nessuna creatura simile all’uomo.
Allora Dio disse: “Non è bene che l’uomo sia solo; io gli farò un
aiuto che gli sia convenevole” (
Genesi 2:18
). L’uomo, quindi, non
era stato destinato alla solitudine: egli fu creato come essere sociale.
La splendida solitudine dell’ambiente in cui viveva e le sue piace-