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Patriarchi e profeti
li e morali sono intorpidite e paralizzate quando vengono soddisfatte
le tendenze istintive; e chi è schiavo delle proprie passioni non può
rendersi conto degli obblighi sacri che implica la legge di Dio, né
può apprezzare l’espiazione, né comprendere il valore di una per-
sona. La bontà, la purezza, la verità, il timore di Dio, l’amore per
le cose sacre - tutti sentimenti santi e desideri nobili che legano
l’uomo al mondo celeste - sono consumati nel fuoco della sensualità.
La persona diventa un oscuro e desolato deserto, dimora di spiriti
maligni e “uccelli immondi”. Creato all’immagine di Dio, l’uomo si
degrada sino ai livelli più infimi.
L’unione con i pagani e la partecipazione ai loro festini aveva
indotto gli ebrei a trasgredire la legge di Dio, attirando sulla nazione
i castighi divini. Anche oggi Satana induce i discepoli del Cristo
a peccare, invitandoli a unirsi agli empi e a partecipare ai loro di-
vertimenti. “Uscite di mezzo a loro e separatevene, dice il Signore,
e non toccate nulla d’immondo” (
2Corinzi 6:17
). Dio richiede al
suo popolo che si distingua nettamente dal mondo, negli usi, nelle
abitudini e nei princìpi, proprio come lo aveva richiesto all’antico
Israele. Se esso segue fedelmente l’insegnamento della sua Parola,
questa distinzione necessariamente si evidenzierà. Gli avvertimenti
dati agli ebrei per impedire che si unissero ai popoli pagani non
erano più diretti ed espliciti di quelli che proibiscono ai cristiani di
conformarsi allo spirito e alle abitudini degli empi. Il Cristo dice:
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“Non amate il mondo né le cose che sono nel mondo. Se uno ama
il mondo l’amor del Padre non è in lui” (
1Giovanni 2:15
). “... Non
sapete voi che l’amicizia del mondo è inimicizia contro Dio? Chiun-
que vuol essere amico del mondo si rende nemico di Dio” (
Giacomo
4:4
). I discepoli del Cristo si devono separare dai peccatori e devono
stare con loro solo quando c’è la possibilità di fare il bene. Non
bisogna evitare sempre la compagnia di quanti con il loro influsso ci
possono allontanare da Dio, ma quando preghiamo dicendo “Non
indurci in tentazione”, per quanto ci è possibile, dobbiamo evitare la
tentazione.
Gli israeliti furono indotti a peccare quando si trovarono in una
situazione di comodità e sicurezza. Fu allora che cominciarono a
perdere di vista il loro Dio e trascurarono la preghiera confidando
sempre più in loro stessi. Vivere fra gli agi e abbandonarsi al sod-
disfacimento dei piaceri lascia indifeso l’animo umano e favorisce