Pagina 451 - Patriarchi e profeti (1998)

Basic HTML Version

La ricapitolazione della legge
447
Mosè, ispirato, intravide nel lontano futuro le terribili scene della
rovina definitiva d’Israele come nazione, e la distruzione di Geru-
salemme compiuta dagli eserciti romani: “L’Eterno farà muovere
contro di te, da lontano, dalle estremità della terra, una nazione, pari
all’aquila che vola: una nazione della quale non intenderai la lingua,
una nazione dall’aspetto truce, che non avrà riguardo al vecchio e
non avrà mercé del fanciullo” (
Deuteronomio 28:49, 50
).
Descrisse anche, a forti tinte, la terribile devastazione del paese
e le atroci sofferenze del popolo durante l’assedio di Gerusalemme
condotto da Tito numerosi secoli dopo: “... Mangerà il frutto del
tuo bestiame e il frutto del tuo suolo, finché tu sia distrutto... E
t’assedierà in tutte le tue città, finché in tutto il tuo paese cadano le
alte e forti mura nelle quali avrai riposto la tua fiducia... Mangerai il
frutto delle tue viscere, le carni de, tuoi figliuoli e delle tue figliuole,
che l’Eterno, il tuo Dio, t’avrà dati” (
Deuteronomio 28:51-53
). “La
donna più delicata e più molle tra voi, che per mollezza e delicatezza
non si sarebbe attentata a posare la pianta del piede a terra, guarderà
di mal occhio il marito che le riposa sul seno... per non dar nulla
della placenta uscita dal suo seno e de’ figliuoli che metterà al
mondo, perché, mancando di tutto, se ne ciberà di nascosto, in mezzo
all’assedio e alla penuria alla quale i nemici t’avranno ridotto in tutte
le tue città” (
Deuteronomio 28:56, 57
). Mosè terminò con queste
parole solenni: “Io prendo oggi a testimoni contro a voi il cielo e
la terra, che io ti ho posto davanti la vita e la morte, la benedizione
[397]
e la maledizione; scegli dunque la vita, onde tu viva, tu e la tua
progenie, amando l’Eterno, il tuo Dio ubbidendo alla sua voce e
tenendoti stretto a lui (poich’Egli è la tua vita e colui che prolunga i
tuoi giorni), affinché tu possa abitare e sul suolo che l’Eterno giurò
di dare ai tuoi padri Abrahamo, Isacco e Giacobbe” (
Deuteronomio
30:19, 20
).
Per far penetrare più profondamente ancora queste verità in tut-
ti gli animi, Mosè li espresse sotto forma poetica, attraverso un
canto sacro, con valore storico e profetico, che oltre a ricordare le
meraviglie che Dio aveva compiuto per il suo popolo nel passato,
preannunciava i grandi eventi del futuro, la vittoria finale dei fedeli,
quando il Cristo sarebbe venuto per la seconda volta con potenza
e gloria. Il popolo ricevette l’ordine di imparare a memoria questa
storia in forma poetica e insegnarla ai figli e ai figli dei figli. Do-