Il passaggio del giordano
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era molto preoccupato per l’opera che l’attendeva e fu necessario un
messaggio di Dio per fugare i suoi timori e le sue incertezze.
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“... Come sono stato con Mosè, così sarò teco...” (
Giosuè 1:5
)
gli assicurò l’Eterno. “... Tu metterai questo popolo in possesso del
paese che giurai ai loro padri di dare ad essi” (
Giosuè 1:6
). “Ogni
luogo che la pianta del vostro piede calcherà, io ve lo do come ho
detto a Mosè” (
Giosuè 1:3
). Tutto il territorio che si estendeva dalle
lontane cime del Libano alla costa del mar Morto, e in oriente sino
agli argini dell’Eufrate, doveva appartenere a Israele.
A questa promessa l’Eterno aggiunse un incoraggiamento e un
ordine: “Solo, sii forte e fatti risolutamente animo, avendo cura di
mettere in pratica tutta la legge che Mosè, mio servo, t’ha data...
Questo libro della legge non si diparta mai dalla tua bocca, ma
meditalo giorno e notte... non te ne sviare ne a destra né a sinistra...
poiché allora riuscirai in tutte le tue imprese, allora prospererai”
(
Giosuè 1:7, 8
).
Gli israeliti erano accampati proprio davanti al primo ostaco-
lo da superare per occupare Canaan: il fiume Giordano. Il primo
messaggio che Dio aveva dato a Giosuè: “... Levati, passa questo
Giordano, tu con tutto questo popolo, per entrare nel paese che io do
ai figliuoli d’Israele” (
Giosuè 1:2
), non conteneva nessuna informa-
zione su come attraversare il fiume. Giosuè sapeva che Dio avrebbe
dato al suo popolo la possibilità di eseguire i suoi ordini e, animato
da questa fede, l’intrepido condottiero iniziò a fare i preparativi per
l’avanzata.
Pochi chilometri oltre il fiume, davanti all’accampamento degli
israeliti, sorgeva la grossa e potente città di Gerico; una fortezza che
costituiva la via d’accesso all’interno del paese, ma che appariva un
ostacolo terribile all’avanzata d’Israele. Giosuè vi inviò due spie,
due giovani che dovevano visitare la città per valutarne la popola-
zione, le risorse e la consistenza delle sue fortificazioni. L’impresa
era particolarmente pericolosa, perché gli abitanti di Gerico, spa-
ventati e insospettiti dalla vicinanza d’Israele, erano costantemente
all’erta. Ma una donna della città, di nome Rahab, protesse i due
giovani, i quali le manifestarono la loro gratitudine promettendole
di risparmiarla quando la città sarebbe stata presa.
Le spie tornarono all’accampamento sane e salve con questo
messaggio: “Certo, l’Eterno ha dato in nostra mano tutto il paese.