Pagina 470 - Patriarchi e profeti (1998)

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Patriarchi e profeti
Il vasto esercito marciava solennemente intorno a quelle mura
condannate alla rovina. Nella quiete mattutina si udiva solo il ritmo
cadenzato di molti passi e, di tanto in tanto, lo squillo delle trombe.
Le mura massicce, fatte di solide pietre, rappresentavano una sfida
per gli assedianti. Le sentinelle, vedendo che a un primo giro ne
seguiva un secondo, e poi un terzo, un quarto, un quinto e un sesto,
erano sempre più spaventate. Qual era lo scopo di questi misteriosi
movimenti? Che cosa sarebbe successo? Non fu necessario attendere
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molto per saperlo. Quando il settimo giro fu completato, la lunga
processione si fermò, e le trombe, che per un po’ di tempo non erano
state suonate, furono fatte squillare con tale forza da far tremare
la terra. Le solide mura di pietra, con le grosse torri e i bastioni,
oscillarono, furono scosse sin dalle fondamenta e caddero al suolo
con violenza. Le schiere d’Israele marciarono per prendere possesso
della città, perché gli abitanti di Gerico erano paralizzati dal terrore.
Gli israeliti non avevano ottenuto la vittoria grazie alla loro
forza; era stato unicamente il Signore a conquistare la città; e come
primo frutto del paese, la città e tutto ciò che conteneva, gli doveva
essere dedicata in sacrificio. Gli israeliti dovevano comprendere
che per conquistare Canaan non dovevano combattere per se stessi,
ricercando ricchezze e onori, ma semplicemente essere strumenti
per eseguire la volontà del Signore ricercando la gloria dell’Eterno,
loro Re. Prima della conquista, era stato dato quest’ordine: “E la
città sarà un interdetto consacrato al Signore insieme con tutto ciò
che vi è dentro... or guardatevi voi dall’interdetto, che talora voi non
vi rendiate colpevoli intorno all’interdetto...” (
Giosuè 6:18
).
Gli israeliti passarono a fil di spada tutti gli uomini e gli animali
della città, “uomini, donne, fanciulli e vecchi, e buoi e pecore e
asini”. Fu risparmiata solo la fedele Rahab e la sua famiglia, come
le spie avevano promesso. La città fu bruciata, e il fuoco divorò i
palazzi, i templi, le magnifiche case con lussuosi arredamenti, ricchi
drappeggi e costosi vestiti. Mentre “l’argento, l’oro e gli oggetti di
rame e di ferro” che non potevano essere distrutti dal fuoco, furono
consacrati al servizio del tabernacolo. Fu maledetto anche il luogo
in cui sorgeva la città: Gerico non sarebbe più stata una fortezza, e
coloro che avrebbero cercato di ricostruire le mura che la potenza di
Dio aveva distrutto, sarebbero stati raggiunti dai giudizi di Dio. In
presenza di tutto Israele fu dichiarato solennemente: “Sia maledetto