Benedizioni e maledizioni
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irrigata da ruscelli e ravvivata da fiori selvatici, si estendeva invitante
tra le aride colline. I monti Ebal e Garizim, situati ai lati della
valle, offrivano con le loro pendici un pulpito naturale, dal quale era
possibile udire distintamente ogni parola, nella platea sottostante.
Seguendo le direttive impartite da Mosè, sul monte Ebal fu eretto
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un monumento di grosse pietre, in cima alle quali, su una apposita
superficie di gesso, fu scritta la legge, che comprendeva non solo
i dieci comandamenti dati al Sinai e incisi su tavole di pietra, ma
anche le leggi rivelate a Mosè, contenute in un libro. Accanto a
questo monumento era stato eretto un altare di pietre, sul quale
venivano offerti sacrifici all’Eterno. La collocazione dell’altare, sul
monte Ebal, il monte della maledizione, indicava che se non fosse
stato per l’espiazione del Cristo, gli israeliti sarebbero stati colpiti
dalla collera divina per aver trasgredito la legge di Dio.
Sei tribù, discendenti da Lea e Rachele, si fermarono sul monte
Garizim, mentre quelle che discendevano dalle serve, insieme con
quelle di Ruben e Zabulon, occuparono il monte Ebal; infine i sa-
cerdoti con l’arca si disposero nella valle, in mezzo alle tribù. Lo
squillo di una tromba invitò al silenzio: Giosuè, in questo periodo di
calma profonda, davanti a quell’enorme assemblea e all’arca, lesse
le benedizioni che il popolo avrebbe ricevuto ubbidendo alla legge
di Dio. Sul Garizim tutte le tribù risposero con un “amen”. E dopo
aver letto le maledizioni, le tribù situate sull’Ebal diedero il loro
assenso nello stesso modo: migliaia di voci risposero all’unisono.
Seguì la lettura della legge di Dio, degli statuti e delle prescrizioni
che erano stati loro rivelati da Mosè.
Al Sinai, Israele aveva ascoltato la legge direttamente dalla voce
di Dio; i sacri precetti scritti dalla sua mano erano ancora conservati
nell’arca. Ma ora, affinché tutti potessero verificare le condizioni del
patto per entrare in possesso di Canaan, questi precetti erano stati
scritti in modo che ognuno li potesse vedere. Tutti dovevano dichia-
rare di accettare i termini del patto e le benedizioni e le maledizioni
che sarebbero derivate dal rispettarlo o dal trasgredirlo. La legge,
oltre a essere scritta sulle pietre, fu proclamata di fronte a Israele da
Giosuè. Non erano passate molte settimane da quando Mosè aveva
spiegato al popolo il libro del Deuteronomio: in quell’occasione,
Giosuè lesse ancora una volta la legge. Erano presenti tutti gli uomi-
ni d’Israele, ma anche tutte le donne e i bambini: era importante che