Pagina 499 - Patriarchi e profeti (1998)

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Le ultime parole di Giosuè
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dunque con tutto il vostro cuore e con tutta l’anima vostra” disse
Giosuè “che neppur una di tutte le buone parole che l’Eterno, il
vostro Dio, ha pronunciate su voi, è caduta a terra” (
Giosuè 23:14
).
Dichiarò poi che così come il Signore aveva mantenuto le sue pro-
messe non avrebbe dimenticato le sue minacce. “E avverrà che,
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come ogni buona parola che l’Eterno, il vostro Dio, vi aveva detta si
è compiuta per voi, così l’Eterno adempirà a vostro danno tutte le
sue parole di minaccia... Se trasgredite il patto che l’Eterno il vostro
Dio v’ha imposto... l’ira dell’Eterno s’accenderà contro di voi, e
voi perirete presto, scomparendo dal buon paese ch’Egli v’ha dato”
(
Giosuè 23:15, 16
).
Sono molti coloro che si lasciano cullare dal pensiero ingannevo-
le, suggerito da Satana, secondo cui l’amore che Dio nutre per il suo
popolo sarebbe così grande da scusare i loro peccati e le sue minacce
pur avendo una loro logica nel suo governo morale non si adem-
piranno mai letteralmente. Dio ha sempre trattato le sue creature
con giustizia, rivelando la vera natura del peccato e dimostrando che
esso porta sicuramente alla miseria e alla morte. Il perdono incondi-
zionato non è mai esistito e mai esisterà perché esso implicherebbe
l’abbandono della giustizia, vero fondamento del governo di Dio,
che getterebbe nella costernazione i mondi che sono rimasti puri.
Dio ha lealmente indicato le conseguenze del peccato, se non fosse
così come potrebbero adempiersi le sue promesse? Una bontà che
esclude la giustizia, non è più bontà, ma debolezza.
Dio è l’autore della vita, e sin dall’inizio le sue leggi avevano lo
scopo di perpetuarla. Ma il peccato, infrangendo l’ordine che Dio
aveva costituito, provocò la discordia. Finché il peccato esisterà,
la sofferenza e la morte saranno inevitabili. L’uomo può cercare
di sfuggire al suo terribile destino, solo perché il Redentore ha
sopportato per lui la maledizione del peccato.
Prima che Giosuè morisse i capi e i rappresentanti del popolo,
dietro suo invito si riunirono rapidamente a Sichem. In tutto il paese
nessun luogo era così legato a sacri ricordi, per il patto che Dio aveva
stipulato con Abramo e Giacobbe e per i solenni giuramenti del
popolo quando stava per entrare in Canaan. Gli israeliti si riunirono
in presenza del loro capo, ormai vicino alla morte, davanti alle
montagne di Ebal e Gherizim, già testimoni di un patto che ora
erano chiamati a rinnovare. Numerose erano le prove dell’azione di