Pagina 501 - Patriarchi e profeti (1998)

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Le ultime parole di Giosuè
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peccati” (
Giosuè 24:19
). Come presupposto di una vera riforma,
il popolo doveva rendersi conto di essere incapace di ubbidire a
Dio con le proprie forze. Gli israeliti sarebbero stati condannati
senza possibilità di scampo dalla legge che avevano trasgredito.
Finché avessero confidato nelle loro forze e nella loro giustizia non
avrebbero potuto ottenere il perdono dei loro peccati. Non potendo
soddisfare la legge perfetta di Dio, la richiesta di servirlo sarebbe
stata inutile. Solo la fede in Cristo avrebbe assicurato loro il perdono
dei peccati e donato loro la forza per ubbidire alla legge divina. Se
volevano essere accettati da Dio dovevano smettere di contare sulle
loro possibilità per raggiungere la salvezza e affidarsi completamente
ai meriti del Salvatore promesso.
Giosuè invitò i suoi uditori a riflettere bene sulle loro parole,
e a non pronunciare promesse che non sarebbero stati in grado di
mantenere; ma gli israeliti ripeterono con maggiore serietà: “... No!
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No! Noi serviremo l’Eterno” (
Giosuè 24:21
). L’assemblea accettò di
ribadire ancora una volta di aver scelto di seguire l’Eterno, e ripeté
il giuramento di fedeltà: “... L’Eterno, il nostro Dio, è quello che
serviremo, e alla sua voce ubbidiremo”. “Così Giosuè fermò in quel
giorno un patto col popolo, e gli diede delle leggi e delle prescrizioni
a Sichem” (
Giosuè 24:24, 25
). Dopo aver registrato questo patto
solenne pose quello scritto accanto all’arca insieme al libro della
legge. E come memoriale eresse un pilastro, dicendo: “‘Ecco, questa
pietra sarà una testimonianza contro di noi; perch’essa ha udito tutte
le parole che l’Eterno ci ha dette; essa servirà quindi da testimonio
contro di voi, affinché non rinneghiate il vostro Dio’. Poi Giosuè
rimandò il popolo, ognuno alla sua eredità” (
Giosuè 24:27, 28
).
La missione di Giosuè era conclusa. Egli aveva seguito com-
pletamente la volontà del Signore tanto che la Parola di Dio lo
definisce “servo dell’Eterno”. La testimonianza più nobile del suo
carattere, della sua capacità come guida politica, è la fedeltà della
generazione che beneficiò della sua opera: “Israele servì all’Eterno
durante tutta la vita di Giosuè e durante tutta la vita degli anziani
che sopravvissero a Giosuè” (
Giosuè 24:31
).
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