Pagina 51 - Patriarchi e profeti (1998)

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La tentazione e la caduta
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proteggerci dagli inganni e trascurarli sarebbe fatale. Tutto ciò che
contraddice la Parola di Dio proviene certamente da Satana.
Il serpente staccò il frutto dell’albero proibito e lo porse a Eva
che lo prese, esitante; allora egli le ricordò le parole con cui Dio
aveva proibito perfino di toccarlo, pena la morte: se non era accaduto
nulla quando lo aveva toccato niente le impediva di mangiarlo.
Non riscontrando nessuna conseguenza negativa Eva si fece più
audace. “... Vide che il frutto dell’albero era buono a mangiarsi,
ch’era bello a vedere, e che l’albero era desiderabile per diventare
intelligente; prese del frutto, ne mangiò...” (
Genesi 3:6
). Il sapore
era molto buono: non appena lo mangiò le sembrò di sentire una
forza vivificante e immaginò di essere entrata in una sfera superiore
dell’esistenza. Senza timore, ne colse ancora. Dopo la trasgressione,
la donna divenne lo strumento di cui Satana si servì per attuare la
rovina di Adamo. In uno stato di eccitamento, strano e innaturale,
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con le mani cariche di frutti proibiti, la donna cercò suo marito e gli
raccontò l’accaduto.
Un’espressione di tristezza, stupore e preoccupazione apparve
sul volto di Adamo. Nonostante le rassicurazioni di Eva, egli re-
plicò che il serpente misterioso doveva essere il nemico contro il
quale erano stati messi in guardia: secondo la sentenza divina el-
la doveva morire. Come risposta, Eva lo incoraggiò a mangiare il
frutto, ripetendo le parole del serpente: “Non morrete affatto”. Ciò
doveva essere vero, sosteneva la donna, perché non aveva percepito
nessuna manifestazione della disapprovazione di Dio; al contrario,
un influsso vivificante sembrava pervadere tutto il suo essere, così
come immaginava avvenisse per gli angeli.
Adamo capì che la sua compagna aveva trasgredito l’ordine di
Dio. Eva non aveva rispettato l’unica proibizione che Dio aveva
loro imposto per mettere alla prova la loro fedeltà e il loro amore.
L’uomo ora lottava con se stesso. Si pentì di aver permesso a Eva
di allontanarsi, ma ormai il fatto era successo e doveva separarsi da
colei che rappresentava la sua felicità. Come poteva rassegnarsi?
Egli aveva goduto della compagnia di Dio e degli angeli: cono-
sceva la gloria del Creatore e sapeva che l’umanità avrebbe avuto
un nobile destino, se fosse rimasto fedele. Ma Adamo perse il di-
ritto a tutto questo in nome di un unico dono, che per lui costituiva
tuttavia il valore supremo. Il suo amore per Eva era dunque più