Pagina 518 - Patriarchi e profeti (1998)

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Patriarchi e profeti
sforzandoci di essere socievoli che dimostriamo simpatia per i nostri
fratelli ed è facendo del bene che troviamo la felicità.
La festa delle Capanne oltre ad avere valore commemorativo
ne aveva uno simbolico. Non ricordava solamente il soggiorno nel
deserto, ma celebrava anche il raccolto dei frutti della terra e prefi-
gurava il gran giorno del giudizio finale, quando il “Signore della
messe” manderà i suoi mietitori per raccogliere la zizzania in fasci
per il fuoco e il grano nei suoi granai. In quel tempo tutte le persone
malvage saranno distrutte “come se non fossero mai state” (
Abdia
23:16
), e in tutto l’universo ogni popolo si unirà per lodare Dio con
gioia. Il veggente di Patmos dice: “E tutte le creature che sono nel
cielo e sulla terra e sotto la terra e sul mare e tutte le cose che sono in
essi, le udii che dicevano: A Colui che siede sul trono e all’Agnello
siano la benedizione e l’onore e la gloria e l’imperio dei secoli dei
secoli” (
Apocalisse 5:13
). Durante la festa delle Capanne il popolo
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d’Israele lodava Dio, rievocando la misericordia con cui Egli li aveva
liberati dalla schiavitù d’Egitto, e le attenzioni dimostrate nei loro
confronti durante il pellegrinaggio nel deserto. Gioivano anche per
la consapevolezza di essere stati perdonati e accettati, attraverso il
servizio del giorno dell’Espiazione, appena concluso. Ma quando il
rimanente del Signore sarà insieme al sicuro nella Canaan in cielo,
libero per sempre dalla schiavitù della maledizione sotto cui “tutta la
creazione geme insieme ed è in travaglio” (
Romani 8:22
), si rallegre-
rà di una gioia ineffabile e gloriosa. La grande opera di espiazione
del Cristo compiuta per gli uomini allora sarà completata, e i loro
peccati saranno cancellati per sempre.
“Il deserto e la terra arida si rallegreranno, la solitudine gioirà
e fiorirà come una rosa; si coprirà di fiori e festeggerà con giubilo
e canti d’esultanza; le sarà data la gloria del Libano, la magnifi-
cenza del Carmel e di Saron. Essi vedranno la gloria dell’Eterno,
la magnificenza del nostro Dio... Allora s’apriranno gli occhi dei
ciechi, e saranno sturati gli orecchi dei sordi; allora lo zoppo salterà
come un cervo, e la lingua del muto canterà di gioia; perché delle
acque sgorgheranno nel deserto, e de’ torrenti nella solitudine; il
miraggio diventerà un lago, e il suolo assettato, un luogo di sorgenti
d’acque; nel ricetto che accoglieva gli sciacalli s’avrà un luogo da
canne e da giunchi. Quivi sarà una strada maestra, una via che sarà
chiamata la via santa; nessun impuro vi passerà; essa sarà per quelli