Pagina 536 - Patriarchi e profeti (1998)

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Patriarchi e profeti
Le indicazioni dell’angelo comprendevano il divieto di consu-
mare “alcun che d’impuro”. La distinzione fra cibi puri e impuri
non era una regola puramente cerimoniale e arbitraria, era infatti
ispirata a princìpi sanitari. La forza straordinaria che per migliaia
di anni ha caratterizzato il popolo ebraico può essere in gran parte
attribuita all’osservanza di questa distinzione. I princìpi della tem-
peranza devono essere più ampi della semplice astensione dall’uso
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di bevande alcoliche. Un’alimentazione stimolante e pesante spesso
è altrettanto dannosa per la salute delle bevande alcoliche e in molti
casi ne favorisce l’uso. Chi è veramente temperato evita tutto ciò che
è dannoso ed è moderato in ciò che è salutare. Sono pochi coloro
che si rendono conto quanto la salute, il carattere, l’essere utili in
questo mondo e il destino eterno, dipendano dalla dieta. Gli appetiti
devono essere sottomessi alle facoltà intellettuali e morali; il corpo
deve essere sottoposto allo spirito, e non il contrario.
La promessa fatta a Manoah si adempì e nacque un figlio che
fu chiamato Sansone. A mano a mano che cresceva, il ragazzo
dimostrava di possedere una forza straordinaria. Sansone e i suoi
genitori sapevano bene che non dipendeva dai suoi muscoli, ma dalla
sua condizione di nazireo di cui i lunghi capelli erano il simbolo.
Se Sansone avesse ubbidito agli ordini divini con la stessa fedeltà
dei genitori, avrebbe avuto una vita più nobile e felice. Ma questa
integrità fu incrinata dai suoi legami con gli idolatri. Sansone, che era
di Tsorea, una città al confine con il paese dei filistei, intrecciò con
quella popolazione pagana stretti legami di amicizia che avrebbero
influito negativamente su tutta la sua vita. Innamoratosi di una
giovane donna che abitava nella città filistea di Timnah, decise di
sposarla. Ai genitori, che fedeli a Dio cercavano inutilmente di
dissuaderlo rispose: “Mi piace” (cfr.
Giudici 14:3
). Così, alla fine,
essi si rassegnarono e il matrimonio fu celebrato.
Proprio nel momento in cui Sansone, ormai uomo, doveva ese-
guire la missione divina, quando avrebbe dovuto rimanere particolar-
mente fedele a Dio, egli si legò ai nemici d’Israele. Non si chiese se
unendosi a colei che aveva scelto avrebbe potuto glorificare meglio
Dio, o se si poneva in una situazione che gli avrebbe impedito di
compiere la missione a cui era stato chiamato. Dio aveva promesso
saggezza a tutti coloro che avrebbero cercato di onorare prima di
tutto lui; per chi ricerca l’appagamento dei propri piaceri non esiste