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Patriarchi e profeti
Samuele per il popolo era questo: “... Tornate all’Eterno con tutto
il vostro cuore, togliete di mezzo a voi gli dèi stranieri e gli idoli di
Astarte, volgete risolutamente il cuor vostro verso l’Eterno, e servite
a lui solo” (
1Samuele 7:3
).
Da queste parole si può constatare che al tempo di Samuele
veniva insegnata quella religiosità pratica su cui il Cristo insistette
quando venne sulla terra. Senza la grazia di Dio, le forme della
religione sono prive di valore sia per gli antichi israeliti sia per
l’Israele moderno. Oggi, come allora, bisogna che ci sia un risveglio
per la vera religione. Tutti coloro che vorrebbero tornare a Dio
devono prima di tutto pentirsi. Dobbiamo umiliarci personalmente
davanti a Dio, eliminando i nostri idoli, perché nessuno lo può fare
per un altro. E quando avremo fatto tutto ciò che è necessario, il
Signore ci manifesterà la sua salvezza.
Con la collaborazione dei capi delle tribù, a Mitspa venne orga-
nizzato un grande incontro e il popolo, con profonda umiliazione,
digiunò e confessò i propri peccati. Inoltre, come prova della deci-
sione di ubbidire alle istruzioni ricevute, conferì a Samuele l’autorità
di giudice.
I filistei, interpretando quell’assemblea come un consiglio di
guerra, pensarono di mobilitare ingenti forze per disperdere gli ebrei
e sventare i loro piani; e quando gli israeliti vennero a conoscenza
del fatto si fecero prendere dal panico e supplicarono Samuele,
dicendogli: “... Non cessare di gridar per noi all’Eterno, all’Iddio
nostro, affinché ci liberi dalle mani dei Filistei” (
1Samuele 7:8
).
Quando Samuele stava per presentare un agnello in sacrificio, e i
filistei si stavano avvicinando per la battaglia, l’Onnipotente che era
disceso sul Sinai in mezzo al fuoco, al fumo e ai tuoni, che aveva
diviso il mar Rosso, e tracciato una strada nel Giordano per i figli
d’Israele, manifestò nuovamente la sua potenza. Mentre l’esercito
avanzava scoppiò una terribile tempesta che disseminò i corpi dei
forti guerrieri un po’ ovunque.
Quando gli israeliti, che avevano atteso in un riverente silenzio,
animati da timore e speranza, videro quel massacro, riconobbero
che Dio aveva accettato il loro pentimento. Sebbene fossero impre-
parati alla battaglia si impadronirono delle armi dei filistei uccisi e
inseguirono l’esercito in fuga sino a Beth-Car. Questa schiacciante
vittoria fu riportata nello stesso luogo in cui venti anni prima gli