Pagina 568 - Patriarchi e profeti (1998)

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Patriarchi e profeti
peccato del mondo.
Ci si preoccupava della spiritualità. Agli studenti non veniva
solo presentato il dovere della preghiera, ma anche come pregare,
come avvicinarsi al Creatore, come esercitare la fede in lui e come
comprendere e ubbidire agli insegnamenti del suo Spirito. Insegnanti
capaci e consacrati traevano dai tesori divini verità nuove e antiche
e lo Spirito di Dio si manifestava attraverso profezie e inni sacri.
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La musica aveva lo scopo di elevare i pensieri verso le realtà
pure e nobili e risvegliare la devozione e la gratitudine nei confronti
di Dio. Quale contrasto fra questo obiettivo e l’attuale e troppo fre-
quente strumentalizzazione della musica! Quante persone impiegano
questo dono per esaltarsi, invece di usarlo per glorificare Dio!
L’amore per la musica porta gli incauti a unirsi a coloro che
amano quei piaceri mondani che Dio ha proibito ai suoi figli. Così,
questo stesso dono, che se fosse ben usato costituirebbe una grande
benedizione, diventa uno dei mezzi di cui Satana si serve per sviare
gli uomini dal dovere e dalla contemplazione delle verità eterne.
In cielo, Dio viene adorato anche attraverso la musica e noi,
nei nostri canti di lode, dovremmo sforzarci di avvicinarci il più
possibile all’armonia dei cori degli angeli. Un’adeguata educazio-
ne della voce è un aspetto importante dell’insegnamento che non
dovrebbe essere trascurato. Cantare fa parte del servizio religioso e
costituisce un atto di adorazione come la preghiera, ma per dare al
canto l’espressione voluta occorre una partecipazione emotiva.
Le differenze fra queste scuole dirette dai profeti di Dio e le no-
stre moderne istituzioni educative sono notevoli. Infatti le scuole che
non vengono dirette secondo i princìpi e le abitudini del mondo sono
veramente poche! Fra la gente che si professa cristiana si denota, in
genere, una deplorevole mancanza di fermezza e di vera disciplina,
e un’allarmante ignoranza della Parola di Dio. Così l’educazione
morale e religiosa si riduce a discorsi superficiali e a un puro senti-
mentalismo. La giustizia e la misericordia di Dio, la bellezza della
santità, la certezza della ricompensa per chi ha agito bene, l’odiosa
natura del peccato e la certezza delle sue terribili conseguenze, non
vengono insegnate ai giovani. Sono invece le cattive amicizie che
hanno un influsso su di loro, inducendoli a compiere delitti e ad
abbandonarli alla dissolutezza e alla licenziosità.
Gli educatori di oggi non potrebbero forse imparare con profitto