Pagina 57 - Patriarchi e profeti (1998)

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La tentazione e la caduta
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Ormai Adamo ed Eva non potevano più abitare nell’Eden. Sup-
plicarono Dio di poter rimanere nel luogo in cui erano vissuti felici;
confessarono di non meritare quel diritto e promisero che in futuro la
loro fedeltà sarebbe stata assoluta. Ma Dio rispose che la loro natura
era stata degradata dalla colpa, la loro capacità di resistere al male
era diminuita e avevano offerto a Satana la possibilità di influire più
facilmente su di loro. Avendo ceduto alla tentazione quando erano
ancora del tutto estranei alla malvagità ora, che avevano acquisito
la coscienza del male, sarebbero stati più esposti agli attacchi di
Satana.
Profondamente mortificati e rattristati, Adamo ed Eva si allon-
tanarono dunque dalla loro magnifica dimora per andare ad abitare
in una terra colpita dalla maledizione del peccato. La temperatura
dell’aria, prima mite e uniforme, subiva ora grandi variazioni; per
proteggerli dal freddo e dal caldo eccessivi, con amore il Signore
preparò per loro degli abiti di pelli.
Quando Adamo ed Eva videro i primi segni della decadenza
nei fiori che appassivano e nelle foglie che cadevano, piansero: il
loro dolore era più profondo di quello che si prova oggi per la
morte di una persona cara. L’appassire di quei fiori delicati era
davvero un motivo di tristezza, ma quando perfino gli alberi maestosi
cominciarono a perdere le foglie, i nostri progenitori compresero
con amarezza che ogni creatura vivente era condannata a morire.
Lo splendido giardino dell’Eden rimase a lungo sulla terra, dopo
l’esilio dell’uomo. Gli esseri umani decaduti potevano così con-
templare il luogo della loro innocenza ma gli angeli ne custodivano
l’ingresso. Proprio all’ingresso di quel luogo si rivelava la gloria di
Dio. Qui Adamo si recava con i suoi figli per adorare Dio. Qui essi
rinnovarono la loro solenne promessa di fedeltà a quella legge, la cui
trasgressione aveva significato per loro l’esilio dall’Eden. Quando la
malvagità si diffuse in tutto il mondo, esso fu distrutto dal diluvio:
la stessa mano che aveva creato l’Eden lo aveva rimosso dalla terra.
Alla fine dei tempi, quando tutto sarà restituito alla sua bellezza ori-
ginaria, l’Eden riapparirà in uno splendore ancora maggiore: allora
vi sarà “un nuovo cielo e una nuova terra” (
Apocalisse 21:1
).
In quel giorno, coloro che hanno osservato i comandamenti
di Dio riceveranno, all’ombra dell’albero della vita, una vitalità
immortale. Gli esseri che abitano i mondi non degradati dal peccato