Pagina 599 - Patriarchi e profeti (1998)

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Capitolo 61: Saul respinto da Dio
Saul non aveva superato la prova della fede nelle difficili cir-
costanze di Ghilgal, e aveva disonorato il servizio divino. Non si
trattava comunque di errori irrimediabili, perché il Signore gli avreb-
be offerto un’altra opportunità per dimostrare fede assoluta nella sua
parola e ubbidienza ai suoi ordini.
Quando a Ghilgal fu rimproverato dal profeta, Saul non ritenne
di aver commesso un grave errore; anzi, credendo di essere stato
trattato ingiustamente, si sforzò di giustificare le proprie azioni
trovando delle scuse e da allora i suoi contatti con il profeta si erano
diradati. Samuele amava Saul come se fosse suo figlio, mentre Saul
con il suo temperamento impulsivo e sfrontato, pur avendo un’alta
considerazione del profeta, offeso per i suoi rimproveri, lo evitò il
più possibile.
Il Signore attraverso il suo profeta inviò un altro messaggio a
Saul, offrendogli la possibilità di dimostrare di essere fedele a Dio
e degno di guidare Israele. Affinché il re potesse rendersi conto di
quanto fosse importante prestare attenzione a quell’ordine, Samuele
gli disse espressamente che parlava da parte di Dio, investito della
stessa autorità che gli aveva permesso di chiamarlo al trono. “Così
parla l’Eterno degli eserciti” disse il profeta. “Io ricordo ciò che
Amalek fece ad Israele quando gli s’oppose nel viaggio mentre saliva
dall’Egitto. Ora va’, sconfiggi Amalek, vota allo sterminio tutto ciò
che gli appartiene; non lo risparmiare, ma uccidi uomini e donne,
fanciulli e lattanti, buoi e pecore, cammelli ed asini” (
1Samuele 15:2,
3
).
Gli amalechiti erano stati i primi ad attaccare Israele nel deserto
e per il loro peccato - il fatto che avevano sfidato Dio con la loro
degradante idolatria - il Signore, attraverso Mosè, li aveva condan-
nati. Per volontà divina le loro crudeltà perpetrate contro Israele
erano ricordate insieme a quest’ordine: “Cancellerai la memoria di
Amalek: non te ne scordare!” (
Deuteronomio 25:19
). L’esecuzione
dell’ordine era stata rimandata di quattrocento anni, durante i quali
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