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Patriarchi e profeti
gli amalechiti non avevano abbandonato i loro peccati. Il Signore sa-
peva che quella gente malvagia avrebbe cercato di annientare il suo
popolo e il suo culto dalla terra. E il tempo di eseguire la sentenza a
lungo rimandata era giunto.
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La pazienza che Dio aveva esercitato nei confronti degli empi,
aveva incoraggiato i loro crimini; il lungo ritardo non rendeva meno
certa e meno terribile la loro punizione. “Giacché l’Eterno si leverà
come al monte Peratsim, s’adirerà come nella valle di Gabaon, per
fare l’opera sua, l’opera sua singolare, per compiere il suo lavoro,
lavoro inaudito” (
Isaia 28:21
). La punizione è qualcosa di anormale
per il nostro Dio misericordioso. “Come è vero ch’io vivo, dice il
Signore, l’Eterno, io non mi compiaccio della morte dell’empio, ma
che l’empio si converta dalla sua via e viva” (
Ezechiele 33:11
). L’E-
terno è “misericordioso e pietoso, lento all’ira ricco in benignità e
fedeltà... che perdona l’iniquità, la trasgressione e il peccato” (
Esodo
34:6, 7
). Dio, pur non provando piacere per la punizione, è costretto
a condannare i trasgressori della sua legge per proteggere gli uomini
dalla depravazione e dalla rovina. Per salvare, deve giudicare colo-
ro che diventano insensibili. “L’Eterno è lento all’ira è grande in
forza, ma non tiene il colpevole per innocente” (
Nahum 1:3
). Egli
rivendicherà l’autorità della sua legge infranta con giudizi terribili.
La gravità dei peccati e la severità della punizione che attende il
trasgressore è testimoniata dalla riluttanza con cui Dio fa giustizia.
Mentre condanna, Dio si rivela anche misericordioso. Quando
gli amalechiti furono distrutti i kenei, che vivevano insieme a loro,
furono risparmiati. Questo popolo, pur essendo in parte compromes-
so con l’idolatria, adorava Dio ed era amico d’Israele. Il cognato di
Mosè, Hobab, che aveva accompagnato gli israeliti nel loro viaggio
nel deserto, aiutandoli validamente grazie alla sua conoscenza dei
luoghi, apparteneva a questa tribù.
Dopo la sconfitta dei filistei a Micmas, Saul aveva combattuto
contro Moab, Ammon, Edom, gli amalechiti e i filistei, ottenendo
ovunque evidenti vittorie e appena ricevette l’ordine di combattere
contro gli amalechiti, proclamò subito guerra. L’appello alle armi,
rafforzato dall’autorità del profeta, richiamò moltissimi israeliti che
giunsero con le loro insegne. Questa spedizione non aveva lo scopo
di aumentare la potenza d’Israele: gli israeliti non avrebbero ricevuto
nessun onore per la conquista né si sarebbero appropriati del bottino.