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Patriarchi e profeti
“Samuele morì, e tutto Israele si radunò e ne fece cordoglio; e lo
seppellirono nella sua proprietà, a Rama” (
1Samuele 25:1
). Tutti gli
israeliti considerarono la morte di Samuele un danno irreparabile,
e provarono un sincero dolore per aver perso un buon profeta e
un grande giudice. Samuele aveva dimostrato a tutto Israele la sua
integrità fin dalla gioventù, e la sua vita caratterizzata dalla fedeltà,
dall’ubbidienza e da una profonda religiosità lo aveva portato a
esercitare un influsso superiore a quello del re.
Confrontando la vita di Samuele con quella di Saul, gli israeliti
si resero conto che desiderare un re per non essere diversi dai popoli
che li circondavano, era stato un grave errore e molti osservavano con
apprensione i cambiamenti che si stavano verificando nella società
che diventava sempre più irreligiosa e atea. L’esempio dei governanti
aveva avuto un grande influsso, e Israele poteva ben lamentarsi di
aver perso in Samuele il profeta dell’Eterno.
Con Samuele, la nazione non solo aveva perso il fondatore e
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l’organizzatore delle scuole dei profeti, ma anche colui a cui la gente
normalmente si rivolgeva quando aveva grossi problemi, colui che
aveva costantemente interceduto presso Dio in favore dei maggiori
interessi della nazione, la cui opera aveva dato al popolo un senso
di sicurezza perché “molto può la supplicazione del giusto fatta con
efficacia” (
Giacomo 5:16
). Ora gli israeliti, con un re che dava segni
di pazzia, in una situazione in cui regnavano il caos e l’ingiustizia,
sentivano che Dio li stava abbandonando.
In una nazione dilaniata da lotte intestine, e in un momento in
cui il consiglio sereno e ispirato dal timore di Dio appariva partico-
larmente necessario, Dio chiamò il suo anziano profeta. Gli israeliti
provarono un profondo rammarico quando videro il semplice luogo
in cui si era ritirato, e considerarono quanto fosse stato folle rifiutare
come capo colui che aveva stabilito un particolare contatto con il
cielo e sembrava avere unito tutto Israele al trono dell’Eterno.
Davide, pur non potendo essere presente al seppellimento di
Samuele, fu profondamente addolorato per la sua scomparsa e lo
pianse come un figlio fedele piange un padre affezionato. Davide
sapeva che la morte di Samuele aveva infranto un’altra barriera
all’azione di Satana e si sentiva meno sicuro di quando il profeta
era in vita. Mentre il dolore per la morte di Samuele assorbiva
l’attenzione di Saul, Davide ne approfittò per cercare nel deserto