Pagina 72 - Patriarchi e profeti (1998)

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Patriarchi e profeti
del sangue di tuo fratello grida a me dalla terra” (
Genesi 4:10
). Con
queste parole, Dio gli stava offrendo la possibilità di confessare la
propria colpa. Aveva avuto tempo di riflettere e si era reso conto
dell’estrema gravità della sua azione, della falsità delle parole con
cui aveva cercato di nasconderla: tuttavia egli non si pentì e la sua
condanna non fu più rimandata.
Poco prima, Dio gli aveva rivolto un appello implorante ma ora
pronunciò parole terribili: “E ora tu sarai maledetto, condannato
ad errar lungi dalla terra che ha aperto la sua bocca per ricevere il
sangue del tuo fratello dalla tua mano. Quando coltiverai il suolo,
esso non ti darà più i suoi prodotti, e tu sarai vagabondo e fuggiasco
sulla terra” (
Genesi 4:11, 12
).
Benché per il suo delitto Caino meritasse la morte, il Creatore
ne ebbe pietà: gli risparmiò la vita, offrendogli così la possibilità
di pentirsi. Ma egli divenne sempre più indifferente e istigò altri
a ribellarsi all’autorità divina, fino a diventare il fondatore di una
dinastia di persone dissolute e arroganti. Questo essere ribelle, sot-
to l’influsso di Satana, divenne a sua volta il tentatore di altri; il
suo esempio e la sua azione furono così devastanti da rendere in
breve tempo il mondo talmente corrotto e pieno di violenza, che fu
necessario prevederne la distruzione.
Risparmiando la vita al primo omicida, Dio manifestò a tutto
l’universo come intendesse affrontare la lotta fra il bene e il ma-
le. L’oscura storia di Caino e dei suoi discendenti dimostrò quale
sarebbe stato il destino dell’uomo se, dopo il peccato, Dio gli aves-
se permesso di vivere in eterno e di realizzare pienamente i suoi
propositi di ribellione.
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La misericordia del Creatore rese i malvagi sempre più arroganti
e audaci. Quindici secoli dopo, gli esseri intelligenti di tutto l’uni-
verso poterono constatare le conseguenze dell’immoralità di Caino:
la terra era devastata dalla violenza e dalla corruzione.
Risultò evidente che la sentenza di morte, pronunciata sull’uma-
nità decaduta per la trasgressione della legge di Dio, era stato un atto
di giustizia e di misericordia. Più l’uomo viveva a contatto con il
male, maggiore risultava la sua degradazione. Il decreto con il quale
Dio abbreviava la vita dell’uomo, ormai esposta a una corruzione
priva di freni, avrebbe liberato il mondo dall’influsso di quanti, nel
loro atteggiamento di ribellione, erano ormai diventati insensibili a