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Patriarchi e profeti
e l’acqua continuava a scorrere verso il mare. Precise leggi naturali
impedivano che i corsi d’acqua travolgessero gli argini. Nella loro
intelligenza, quegli esseri non pensarono a colui che governa le
acque dicendo: “... Fin qui tu verrai, e non oltre...” (
Giobbe 38:11
).
Il tempo passava senza che nella natura si verificassero cambia-
menti visibili. Coloro che avevano tremato di paura, cominciarono
a rassicurarsi: ritenevano, come molti pensano ancora oggi, che la
natura fosse al di sopra della divinità che l’aveva creata e che le sue
leggi fossero così stabili da non poter essere cambiate neanche da
Dio. Essi convinsero tutti che la predicazione di Noè era un inganno
e un’illusione, sostenendo che se il suo messaggio fosse stato valido,
le leggi della natura avrebbero dovuto essere modificate. Manife-
starono il loro disprezzo nei confronti di Dio conservando le stesse
abitudini che avevano prima di udirne gli avvertimenti. Le feste e
l’immoralità non cessarono: si mangiava, si beveva, si piantava, si
costruiva, si facevano progetti in vista del profitto. La corruzione
aumentava rapidamente, insieme all’arroganza e al disprezzo della
volontà di Dio. Non vi era più rispetto per il Creatore della terra.
Alcuni sostennero che se le parole di Noè fossero state vere gli
uomini famosi per prudenza e saggezza le avrebbero comprese.
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Se l’umanità che visse prima del diluvio avesse creduto all’an-
nuncio di Noè e si fosse pentita della propria malvagità, il risenti-
mento divino si sarebbe spento, proprio come accadde per Ninive.
Ma a causa della loro ostinata insensibilità agli appelli del profeta
di Dio, quella generazione raggiunse il culmine della corruzione,
rendendo inevitabile la distruzione.
Il periodo di grazia stava per finire. Noè aveva eseguito fedelmen-
te le istruzioni: l’arca era stata ultimata in ogni dettaglio, secondo il
progetto indicato da Dio. Era stata rifornita di cibo per gli uomini e
per gli animali e Noè, ormai, stava per rivolgere l’ultimo appello. Fi-
ducioso, benché provasse un’immensa angoscia, egli supplicò i suoi
contemporanei di cercare un rifugio finché era possibile trovarlo. Ma
la gente respinse ancora una volta i suoi messaggi, rispondendo con
sarcasmo alle parole del profeta. All’improvviso, la folla ammutolì
e le beffe cessarono. Animali di tutte le specie, dai più feroci ai più
miti, si dirigevano docilmente verso l’arca, provenienti dalle monta-
gne e dalle foreste. Si udì il rumore di un vento impetuoso, ed ecco
numerosissimi uccelli, così tanti da oscurare il cielo, giungevano in