Il diluvio
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respinsero la predicazione di Noè. Nel tentativo di rappresentare Dio
con oggetti tangibili, non riuscivano più a scorgerne la maestà e la
potenza. Non capivano più la santità del suo carattere, la sacralità
e l’immutabilità delle sue richieste. Nella corruzione generalizzata,
il loro atteggiamento sembrava molto meno colpevole, ma in realtà
essi erano ormai giunti a dichiarare che la legge divina non era più
valida. Secondo loro, il Signore non voleva punire la trasgressione e
quindi non avrebbe mai giudicato la loro società.
Se quegli uomini avessero ubbidito alla legge di Dio, avrebbero
riconosciuto la voce divina nelle parole di avvertimento del suo
messaggero, ma il loro ostinato scetticismo li rese così insensibili
da convincersi che il messaggio di Noè era veramente un’illusione.
La maggioranza non aveva accettato la verità; il mondo intero si
era infatti schierato dalla parte dell’ingiustizia, contro Dio e la sua
legge. Noè venne considerato un fanatico. Quando Satana convinse
Eva a disubbidire a Dio le disse: “... No, non morrete affatto”(
Genesi
3:4
).
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Grandi uomini, saggi e onorati, ma con una mentalità materiali-
stica, fecero lo stesso discorso: “Le minacce di Dio” dicevano “sono
solo un’intimidazione e non si realizzeranno. Non occorre preoc-
cuparsi. Il Creatore del mondo non potrà distruggere la sua opera:
quindi, Dio non punirà mai gli esseri umani. Tranquillizzatevi, non
abbiate paura: Noè è solo un fanatico”. La gente fu felice del folle
atteggiamento di quegli uomini, ormai vecchi e disincantati. Invece
di umiliarsi sinceramente, molti continuarono a manifestare un com-
portamento ribelle e ingiusto, come se Dio non avesse rivolto loro
alcun avvertimento.
Noè era come una roccia in mezzo alla tempesta; circondato dal
disprezzo e dalla derisione della gente, si distinse per la sua ecce-
zionale integrità e per la sua fede incrollabile. Predicava con grande
autorità, perché sapeva che Dio parlava attraverso di lui. Il contatto
con Dio lo rese così forte che per ben centoventi anni annunciò
quel messaggio solenne agli uomini della sua generazione, con una
costanza che la razionalità umana giudicherebbe incomprensibile.
Gli uomini di allora ritenevano che le leggi della natura fossero
eterne. Il succedersi delle stagioni, infatti, era sempre stato regolare;
la pioggia non era mai caduta. La terra veniva bagnata dalla nebbia
e dalla rugiada, i fiumi non avevano mai oltrepassato le loro sponde