Pagina 113 - Patriarchi e profeti (1998)

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La torre di Babele
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I costruttori non riuscivano a comprendere ciò che stava accaden-
do e così si schierarono l’uno contro l’altro. La loro alleanza terminò
nella lotta e nel sangue. I lampi, segno della disapprovazione divina,
colpirono la parte superiore della torre, facendola crollare. Quegli
uomini furono costretti a riconoscere che nei cieli vi è un Dio che
domina su tutta la terra.
Prima l’umanità parlava la stessa lingua, ma da quel momento
coloro che parlavano lo stesso idioma si unirono in grandi gruppi che
si diressero in direzioni diverse. “... E di là l’Eterno li disperse sulla
faccia di tutta la terra” (
Genesi 11:9
). Questa dispersione permise di
popolare il mondo; la volontà di Dio si compiva proprio grazie al
piano che gli uomini avevano ideato per impedirne la realizzazione.
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Per coloro che si erano opposti a Dio, questa esperienza fu molto
negativa. Egli voleva che gli uomini, fondando nazioni in diverse
parti della terra, diffondessero la conoscenza della sua volontà e il
messaggio della verità fosse trasmesso alle generazioni future e non
vi fosse alcuna possibilità che esso venisse soffocato. Noè, il fedele
predicatore di giustizia, visse trecentocinquanta anni dopo il diluvio,
Sem per cinquecento: questo permise ai loro discendenti di cono-
scere Dio e la storia delle sue relazioni con i loro progenitori. Ma
essi non vollero né ascoltare queste straordinarie verità né conoscere
tutto ciò che riguardava Dio. Con la confusione delle lingue essi
furono in gran parte esclusi dal contatto con coloro che avrebbero
potuto istruirli.
I costruttori di Babele avevano nutrito a lungo sentimenti di
rivolta contro il loro Creatore; invece di ricordare con riconoscenza
la bontà che Egli aveva manifestato nei confronti di Adamo e il patto
misericordioso stipulato con Noè, essi si erano lamentati della sua
durezza, nell’allontanare Adamo ed Eva dall’Eden e nel devastare il
mondo con il diluvio.
Ma proprio con le loro contestazioni, che ponevano Dio al livel-
lo di un severo tiranno, essi accettavano l’autorità del più crudele
dei despoti. Satana cercò di profanare i sacrifici che prefiguravano
la morte del Cristo: quando la mente degli uomini fu ottenebrata
dai riti pagani, egli li indusse a imitare queste offerte e a sacrifi-
care sugli altari dei loro idoli i propri figli. Quando gli uomini si
allontanarono da Dio, la giustizia, l’innocenza, l’amore e, in defini-
tiva, ogni elemento dell’immagine divina dell’uomo fu cancellato