Pagina 128 - Patriarchi e profeti (1998)

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Patriarchi e profeti
ricevessero la parte a cui avevano diritto.
Pochi, di fronte a una prova simile, avrebbero dimostrato un
atteggiamento nobile come quello di Abramo, e resistito alla tenta-
zione di appropriarsi di un bottino così ricco. Il suo esempio è un
avvertimento per coloro che, animati da uno spirito venale, cerca-
no solo il proprio interesse. Abramo rispettò i doveri imposti dal
diritto e dalla clemenza, mettendo in pratica una massima ispirata:
“... amerai il prossimo tuo come te stesso...” (
Levitico 19:18
). Egli
infatti disse: “... Ho alzato la mia mano all’Eterno, l’Iddio Altissimo,
padrone dei cieli e della terra, giurando che non prenderei neppure
un filo, né un laccio di sandalo, di tutto ciò che t’appartiene; perché
tu non abbia a dire: Ho arricchito Abramo” (
Genesi 14:22, 23
). Non
volle offrire nessun pretesto all’idea che avesse intrapreso la guerra
per ricavarne un guadagno. Nessuno doveva attribuire la sua ricchez-
za ai doni o ai favori umani. Dio aveva promesso di benedirlo: a lui
doveva andare la gloria per il successo dell’impresa.
Un altro personaggio che venne a dare il benvenuto al patriarca
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vittorioso fu Melchisedec, re di Salem, che portò del pane e del vino
per nutrire il suo esercito. Come “sacerdote dell’Altissimo”, egli
lo benedisse e ringraziò il Signore per aver realizzato tramite quel
suo servitore, una liberazione così grande. “E Abramo gli diede la
decima di ogni cosa” (
Genesi 14:18-20
).
Abramo tornò volentieri alle sue tende e al suo gregge, ma la sua
mente era assalita da pensieri inquietanti. Era stato uomo di pace
e aveva cercato di evitare l’odio e i conflitti: ora, invece, ricordava
con orrore la strage a cui aveva assistito. I popoli sconfitti avrebbero
sicuramente invaso una seconda volta Canaan e lui sarebbe stato l’o-
biettivo principale della loro vendetta. Il pensiero di essere coinvolto
in queste lotte lo privò della pace che prima provava. Inoltre, poiché
non era ancora entrato in possesso di Canaan, non poteva sperare in
un erede che potesse adempiere la promessa divina.
In una visione notturna udì la voce di Dio che gli disse: “...
Non temere, o Abramo, io sono il tuo scudo, e la tua ricompensa
sarà grandissima” (
Genesi 15:1
). La sua mente era così oppressa da
cattivi presentimenti che egli non riuscì ad accettare queste parole
con lo stesso sentimento di totale fiducia che lo aveva ispirato fino a
quel momento. Pregò per avere una garanzia concreta dell’adempi-
mento della profezia. Del resto, come poteva realizzarsi l’alleanza