Pagina 13 - Patriarchi e profeti (1998)

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Prefazione
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cui scorse quel senso particolare della storia come lotta fra il bene e
il male che è caratteristico della sua opera.
La stesura finale di questo libro, come abbiamo già visto, si
conclude nel 1890. Appena due anni prima, nel 1888, la Chiesa
Avventista aveva vissuto la determinante esperienza della Conferen-
za Generale di Minneapolis. In questo incontro si erano gettate le
fondamenta - e lei aveva dato un importante contributo - per una
forte riaffermazione della centralità della dottrina evangelica della
giustificazione per fede: solo in Cristo possiamo avere il perdono
dei nostri peccati e la salvezza al di là di qualsiasi merito umano.
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L’anno successivo preparò invece il manoscritto di un piccolo ma
prezioso libro, Steps to Christ, tradotto in italiano come La via mi-
gliore. La stesura finale di Patriarchi e profeti vede quindi la luce
nel bel mezzo di un’importante riflessione sul Cristo. Il fatto è pro-
babilemnte casuale, ma non casuale è il desiderio di Ellen G. White
di porre il Cristo al centro di tutta la sua opera, fatto che si vede
abbondantemente anche nel nostro libro anche se, trattando della
storia dell’Antico Testamento, non tutti se lo aspetterebbero.
Chiavi di lettura
Un libro che nasce da un rapporto di fede con la Parola di
Dio e che vuole suscitare fede. Patriarchi e profeti è una lunga
predicazione, una profonda testimonianza di fede che viene offerta
ai lettori, secondo uno stile profondamente biblico. La fede in Dio
nasce, secondo la Bibbia, non tanto attraverso una riflessione astratta,
ma attraverso la percezione di quello che Dio ha fatto. Questo è il
motivo per cui la Bibbia stessa è fondamentalmente un libro di
storia, probabilmente il primo libro di storia mai scritto. E questo è
il motivo per cui Ellen G. White, imbevuta del linguaggio biblico,
narra la sua visione della fede ripercorrendo la storia biblica.
Dato lo scopo di questa narrazione, non bisogna aspettarsi che
essa segua i criteri della storiografia moderna. Il suo scopo non è
quello di dimostrare la veridicità della storia biblica o discutere tutte
le problematiche sorte sulla scia delle moderne correnti interpretati-
ve. Come la Bibbia non cerca di provare l’esistenza di Dio perché
solo chi non vede ha bisogno di provare, così Ellen G. White non
discute il valore e la veridicità della Bibbia semplicemente perché