Pagina 143 - Patriarchi e profeti (1998)

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Il sacrificio di Isacco
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così che la voce che aveva udito proveniva realmente da Dio.
Nonostante questa conferma, egli non provò sentimenti di ribel-
lione: si rafforzò nella sua decisione, fondata sulla certezza della
bontà e della fedeltà di Dio. Isacco gli era stato donato in maniera
imprevista: colui che gli aveva accordato questo dono prezioso, non
aveva forse il diritto di richiederglielo? Del resto Egli aveva pro-
messo: “... Da Isacco uscirà la progenie che porterà il tuo nome”
(
Genesi 21:12
), una progenie numerosa come i granelli di sabbia
sulla spiaggia. Isacco era frutto di un miracolo: la stessa potenza che
glielo aveva dato, non poteva forse restituirglielo vivo? Guardando
oltre il presente, Abramo si aggrappò alla parola divina: “Ritenendo
che Dio è potente da far risuscitare dai morti; ond’è che lo riebbe
per una specie di risurrezione” (
Ebrei 11:19
).
Tuttavia nessuno, al di fuori di Dio, poteva comprendere quanto
fosse grande il sacrificio di un padre nel consegnare alla morte il
proprio figlio; Abramo volle che solo Dio fosse presente al momento
della separazione. Ordinò ai suoi servi di fermarsi dicendo: “...
Io ed il ragazzo andremo fin colà e adoreremo; poi torneremo a
voi” (
Genesi 22:5
). La legna fu caricata sulle spalle di Isacco, la
vittima sacrificale. Suo padre prese il coltello e il fuoco e insieme
salirono verso la cima della montagna. Il giovane si domandava
dove avrebbero trovato l’animale del sacrificio, dato che erano molto
lontani dall’ovile e dal gregge. Infine disse: “... Padre mio!... Ecco il
fuoco e le legna; ma dov’è l’agnello per l’olocausto?” (
Genesi 22:7
).
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La prova era terribile e quelle parole spezzarono il cuore di
Abramo che riuscì solamente a rispondere: “... Figliuol mio, Iddio
se lo provvederà l’agnello per l’olocausto...” (
Genesi 22:8
).
Giunti nel punto indicato, eressero l’altare e vi posero la legna;
poi, con voce tremante, Abramo annunciò a suo figlio il messaggio
divino. Isacco conobbe il suo destino con terrore e meraviglia, ma
non oppose resistenza. Avrebbe potuto evitare la condanna, ma non
lo fece. Il vecchio, affranto per l’angoscia ed esausto per la lotta di
quei giorni terribili, non si sarebbe infatti potuto opporre alla volontà
di quel giovane robusto. Isacco aveva però imparato sin da bambino
a ubbidire prontamente e con fiducia e ora, una volta conosciuto il
piano di Dio, vi si sottomise volontariamente. Condivideva la fede
di Abramo e considerava un onore la possibilità di offrire la sua vita.
Cercava con tenerezza di alleviare l’angoscia del padre e aiutava le