Il sacrificio di Isacco
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di giustizia; e fu chiamato amico di Dio”. (
Giacomo 2:23
). Paolo
dice: “... Coloro che hanno la fede, son figliuoli di Abrahamo”
(
Galati 3:7
). Ma la fede di Abramo si manifestò tramite le sue opere:
“Abrahamo, nostro padre, non fu egli giustificato per le opere quando
offrì il suo figliuolo Isacco sull’altare? Tu vedi che la fede operava
insieme con le opere di lui, e che per le opere la sua fede fu resa
compiuta” (
Giacomo 2:21, 22
). Molti non comprendono il rapporto
che esiste tra fede e opere. Essi dicono: “Credi semplicemente
nel Cristo e sarai salvato. Non devi sentire nessuna responsabilità
in rapporto all’osservanza della legge”. Ma la fede autentica si
manifesta attraverso l’ubbidienza. Il Cristo disse agli ebrei increduli:
“... Se foste figliuoli d’Abrahamo, fareste le opere d’Abrahamo”
(
Giovanni 8:39
). E riguardo al padre dei fedeli, il Signore afferma:
“... Abrahamo ubbidì alla mia voce e osservò quello che gli avevo
ordinato, i miei comandamenti, i miei statuti e le mie leggi” (
Genesi
26:5
). L’apostolo Giacomo dice: “Così è della fede; se non ha opere,
è per se stessa morta” (
Giacomo 2:17
). E Giovanni, che insiste
sull’amore, dice: “Perché questo è l’amor di Dio: che osserviamo i
suoi comandamenti...” (
1Giovanni 5:3
).
Attraverso riti prefigurativi e promesse, Dio “... preannunziò ad
Abramo questa buona novella...” (
Galati 3:8
). Il patriarca contemplò
attraverso la fede il Salvatore che doveva venire e, per questo, Gesù
disse agli ebrei: “Abrahamo, vostro padre, ha giubilato nella speranza
di vedere il mio giorno; e l’ha veduto, e se n’è rallegrato” (
Giovanni
8:56
). Il montone offerto al posto di Isacco rappresentava il Figlio di
Dio, che si sarebbe sacrificato per noi. Quando l’uomo fu condannato
a morte per la trasgressione della legge divina il Padre, dopo aver
osservato suo Figlio, disse al peccatore: “Vivi: ho trovato il tuo
riscatto” (cfr.
Giobbe 33:24
).
Dio aveva ordinato ad Abramo di sacrificare suo figlio non solo
per metterne alla prova la fede, ma anche per imprimere nella sua
mente il messaggio del Vangelo nella sua concretezza. L’angoscia
che il patriarca provò in quei terribili giorni di grande prova gli
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permise di comprendere in parte la grandezza del sacrificio di Dio per
la salvezza dell’uomo. Nessun’altra prova avrebbe lacerato l’anima
di Abramo con la stessa sofferenza. Dio mandò suo Figlio a morire
tra le sofferenze e la vergogna. Gli angeli che videro l’umiliazione
e la terribile angoscia del Figlio di Dio non poterono intervenire,