Pagina 162 - Patriarchi e profeti (1998)

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Capitolo 15: Il matrimonio di Isacco
Abramo era ormai molto vecchio ma prima di morire, per assi-
curare l’adempimento della promessa di una discendenza, doveva
ancora compiere un atto importante. Isacco, infatti, indicato da Dio
come suo successore, custode della legge e padre del popolo eletto,
non era ancora sposato. Conoscendo l’idolatria dei cananei, Dio
aveva proibito al suo popolo di unirsi in matrimonio con gli abitanti
di quella regione perché ciò li avrebbe portati all’apostasia. Il patriar-
ca temeva inoltre che quell’ambiente corrotto avrebbe influenzato
suo figlio, così gentile, accondiscendente e pieno d’affetto, il cui
carattere rifletteva la fede costante di Abramo in Dio e la sua sotto-
missione alla volontà divina. Se Isacco si fosse unito a una donna
che non rispettava Dio avrebbe forse potuto tradire i suoi princìpi
per non rinunciare all’armonia in famiglia. Per Abramo la scelta di
una moglie per suo figlio era una questione molto importante; egli
era ansioso di trovare una donna che non lo avrebbe allontanato da
Dio.
Anticamente i matrimoni venivano in genere stipulati dai ge-
nitori: questa era anche l’abitudine di coloro che adoravano Dio.
Nessuno, comunque veniva obbligato a sposare una persona che non
amava; i giovani erano semplicemente guidati nella loro decisione
dai consigli e dall’esperienza di genitori fedeli a Dio. Si riteneva che
i figli che non si attenevano a queste direttive compissero un atto
disonorevole, quasi un crimine.
Isacco aveva fiducia nella saggezza e nell’affetto del padre ed
era contento di seguire i suoi consigli; credeva inoltre che la sua
scelta sarebbe stata guidata da Dio stesso. Abramo pensò allora ai
parenti di suo padre, che vivevano in Mesopotamia; essi, pur non
essendo estranei ai riti pagani, avevano mantenuto la conoscenza e il
culto del vero Dio. Isacco, tuttavia non doveva lasciare Canaan per
recarsi da loro: piuttosto era necessario trovare una ragazza disposta
a lasciare la propria casa per sposarlo e perpetuare la vera religione
del Dio vivente. Abramo affidò questo compito importante “al più
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