Pagina 165 - Patriarchi e profeti (1998)

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Il matrimonio di Isacco
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nascita di Ismaele, l’unione di una stirpe caratterizzata dall’integrità
con una che non aveva alcun rispetto per Dio. L’influsso del patriarca
su questo figlio era stato vanificato dai parenti della madre, dediti
a pratiche idolatre e dalla sua unione con mogli di fede pagana. La
gelosia di Agar e delle mogli che ella scelse per Ismaele innalzarono
intorno a quella famiglia una barriera che Abramo cercò invano di
abbattere.
L’educazione impartita inizialmente da Abramo aveva esercitato
un influsso benefico su Ismaele, ma quello delle sue mogli fu talmen-
te negativo che ben presto l’idolatria si manifestò nella sua famiglia.
Lontano dal padre, amareggiato dalle contese e dai conflitti di una
casa priva dell’amore e del timore di Dio, Ismaele scelse la vita
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selvaggia del deserto dandosi alle scorrerie: “... La sua mano sarà
contro tutti, e la mano di tutti contro di lui...” (
Genesi 16:12
). Negli
ultimi giorni della sua vita egli si pentì delle sue azioni malvage e
tornò al Dio di suo padre, ma ormai aveva trasmesso il suo esempio
ai figli. I discendenti furono dei ribelli, adoratori di idoli pagani e
sempre in lotta con i discendenti di Isacco.
La moglie di Lot era egoista e irreligiosa: era stata lei a spingere
suo marito a separarsi da Abramo. Se non lo avesse consigliato male,
Lot non sarebbe mai rimasto a Sodoma e non avrebbe rifiutato i saggi
consigli del devoto patriarca. Se non fosse stato per gli insegnamenti
di Abramo, l’ascendente della moglie e l’inserimento in quella città
malvagia lo avrebbero indotto ad allontanarsi da Dio. Il matrimonio
di Lot e la scelta di Sodoma come residenza furono i primi di una
serie di eventi che avrebbero afflitto il mondo per molte generazioni.
Chi teme Dio non può unirsi a chi non lo teme senza correre
dei rischi. “Due uomini camminano eglino assieme, se prima non
si sono concertati?” (
Amos 3:3
). La felicità e la prosperità dell’u-
nione matrimoniale dipendono dalla concordia delle due parti. Tra i
credenti e coloro che non sono tali esiste una differenza radicale di
gusti, tendenze e obiettivi: servono due “padroni” fra i quali non vi
è nulla in comune. Per quanto i suoi princìpi siano onesti e corretti,
l’influsso del non credente tenderà ad allontanare il coniuge da Dio.
Chi ha intrapreso una relazione matrimoniale nella condizione
di non credente si ritrova, al momento della sua conversione, di
fronte a un impegno di fedeltà ancora più forte nei confronti del
suo compagno, per quanto possano essere distanti le reciproche