Giacobbe ed Esaù
165
fatto Abramo; significava tenere in considerazione la volontà del
Signore sia per le questioni che riguardavano la vita pubblica sia
per i rapporti familiari e in particolare nelle decisioni relative al
matrimonio.
[147]
Isacco fece conoscere questi privilegi e queste condizioni ai suoi
figli e stabilì con chiarezza che Esaù, come figlio maggiore, avrebbe
avuto diritto alla primogenitura. Ma Esaù non aveva nessuna dedi-
zione e nessuna attitudine per la vita religiosa e il culto. Gli obblighi
legati al diritto di primogenitura gli apparivano come una limitazione
indesiderata e insopportabile. La legge di Dio, condizione della rea-
lizzazione del patto divino stipulato con Abramo, era considerata da
Esaù una vera oppressione. Per lui la felicità consisteva nella forza,
nella ricchezza, nei banchetti e nei divertimenti; dedito ai piaceri,
egli voleva essere libero di fare ciò che più desiderava. Era orgoglio-
so della sua libertà incondizionata, della sua vita priva di obblighi
e di mete. Rebecca ricordava le parole dell’angelo e studiando con
maggiore attenzione del marito il carattere dei due figli si convinse
che la promessa dell’eredità divina era diretta a Giacobbe; ripeté a
Isacco le parole dell’angelo, ma egli non cambiò idea: amava troppo
il figlio maggiore.
Giacobbe era venuto a sapere dalla madre che secondo l’ordine
divino il diritto di primogenitura sarebbe stato concesso a lui. Tutto
ciò fece sorgere nel giovane un profondo desiderio dei privilegi che
questo gli avrebbe conferito. Non desiderava le ricchezze del padre,
ma il diritto alla primogenitura spirituale. Entrare in comunione
con Dio, come aveva fatto il giusto Abramo, offrire il sacrificio di
espiazione per la propria famiglia, essere il progenitore del popolo
di Dio e del Messia promesso, ricevere quell’eredità spirituale che
scaturiva dalle benedizioni del patto, questi erano i privilegi e gli
onori che Giacobbe desiderava ardentemente. La sua mente era
sempre rivolta verso il futuro e cercava di afferrarne le promesse che
si sarebbero concretizzate.
Aveva ascoltato in silenzio, con grande interesse, tutto ciò che il
padre gli aveva raccontato. Fece tesoro anche di quello che aveva im-
parato dalla madre, tanto che quegli argomenti divennero il costante
oggetto dei suoi pensieri, giorno e notte, e l’interesse fondamentale
della sua vita. Nonostante egli considerasse le benedizioni eterne
superiori a quelle terrene, non aveva ancora conosciuto quel Dio che