Pagina 170 - Patriarchi e profeti (1998)

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Patriarchi e profeti
venerava, tramite un’esperienza diretta; il suo cuore non era stato
rinnovato dalla grazia divina. Egli riteneva che le promesse che lo
riguardavano non si sarebbero adempiute finché Esaù avrebbe riven-
dicato il diritto alla primogenitura; pensava continuamente al modo
con cui avrebbe potuto assicurarsi ciò che suo fratello considerava
con leggerezza e che per lui era così importante.
Un giorno Esaù, tornando dalla caccia debole e affaticato, ve-
dendo che Giacobbe stava preparando del cibo, gliene chiese una
porzione. Giacobbe, che aveva in mente sempre lo stesso pensiero,
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ne approfittò per proporgli quel cibo come condizione di scambio
per ottenere il diritto di primogenitura. “... Ecco, io sto per morire”
gridò il cacciatore sconsiderato ed egoista, “che mi giova la primoge-
nitura?” (
Genesi 25:32
). Così per un piatto di minestra egli rinunciò
al suo diritto e confermò questa sua scelta con un giuramento. Se
avesse aspettato avrebbe potuto avere del cibo nelle tende di suo
padre, ma barattò con leggerezza quell’eredità gloriosa, che Dio
stesso aveva promesso al padre, semplicemente per soddisfare un
desiderio momentaneo. Tutti i suoi interessi erano rivolti al presen-
te; era pronto a sacrificare ciò che era spirituale per un interesse
materiale e a ricevere in cambio di un beneficio futuro un piacere
temporaneo.
“... Così Esaù sprezzò la primogenitura” (
Genesi 25:34
) e si
sentì sollevato; non vi era più nessun ostacolo davanti a lui, poteva
agire come voleva. La possibilità di un godimento privo di freni, la
speranza di una libertà solo presunta, conduce ancora oggi molte
persone a cedere il loro diritto a un’eredità autentica ed eterna, nei
cieli!
Affascinato dalla semplice apparenza e dalle attrattive materiali,
Esaù scelse fra gli ittei, che adoravano false divinità, due mogli la cui
fede pagana addolorò profondamente Isacco e Rebecca. Esaù aveva
violato una delle condizioni del patto, che proibiva i matrimoni tra il
popolo eletto e i pagani; nonostante ciò, Isacco era ancora deciso a
concedergli il diritto alla primogenitura. I ragionamenti di Rebecca,
l’intenso desiderio di Giacobbe di essere benedetto e l’indifferenza
di Esaù, non furono sufficienti per modificare la decisione del padre.
Gli anni passarono finché Isacco, ormai vecchio e cieco, prossi-
mo alla morte, decise di non rimandare ulteriormente il conferimento
della benedizione al figlio maggiore. Conoscendo l’opposizione di