Pagina 173 - Patriarchi e profeti (1998)

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Giacobbe ed Esaù
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desse con lagrime” (
Ebrei 12:16, 17
). Esaù, pur non avendo alcuna
possibilità di riacquistare i suoi diritti, poteva almeno ottenere il
favore divino attraverso il pentimento. La sua angoscia non era però
determinata dalla convinzione del peccato commesso - egli infatti
non ricercava la riconciliazione con Dio - ma dalle conseguenze del
suo peccato.
Per la sua indifferenza nei confronti delle benedizioni e delle
richieste divine, Esaù è presentato nelle Scritture come una persona
superficiale e rappresenta coloro che considerano con leggerezza
la liberazione conquistata per loro dal Cristo e che sono pronti a
sacrificare la loro eredità eterna per ciò che il mondo offre tem-
poraneamente. Moltissimi vivono in funzione del presente, senza
occuparsi affatto del futuro. Come Esaù, essi gridano: “... Mangiamo
e beviamo, perché domani morremo” (
1Corinzi 15:32
). Sono domi-
nati dalle passioni e preferiscono rinunciare a grandi benedizioni
piuttosto che esercitare uno spirito di sacrificio. Davanti alla scelta
fra il piacere procurato dal soddisfacimento di una passione e le be-
nedizioni promesse a coloro che rispettano Dio e manifestano spirito
di dedizione, prevale la ricerca delle passioni e Dio e il suo regno
vengono disprezzati. Quanti, perfino fra coloro che si professano
cristiani, soddisfano piaceri che minano la loro salute e indebolisco-
no le loro facoltà spirituali! Quanti provano risentimento, quando
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viene loro richiesto di eliminare l’autocompiacimento, sia sul piano
materiale sia su quello spirituale, allo scopo di perfezionare il loro
carattere tramite il rispetto di Dio! Essi sono consapevoli del fatto
che non possono soddisfare le loro passioni e, nello stesso tempo,
assicurarsi il cielo. Arrivano quindi alla conclusione che, dal mo-
mento che la via per raggiungere la vita eterna è così restrittiva, è
meglio rinunciarvi.
Moltissimi vendono la loro “primogenitura” per indulgere nei
piaceri sensuali; la salute viene sacrificata, le facoltà mentali si
indeboliscono e la vita spirituale viene abbandonata; tutto questo
per un’effimera soddisfazione temporanea, che debilita e abbrutisce.
Come Esaù si rese conto troppo tardi di ciò che aveva perso con il
suo folle scambio, così avverrà nel giorno del Signore a coloro che
hanno barattato la loro eredità nei cieli in nome della gratificazione
del proprio orgoglio.
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