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Patriarchi e profeti
sempre più chiara.
Quando Giacobbe si svegliò, era notte fonda e si ritrovò immerso
in un profondo silenzio. Lo scenario luminoso della sua visione era
scomparso. Riuscì a scorgere solo il vago profilo delle colline e, in
alto, un cielo terso e stellato. Aveva avuto la chiara sensazione che
Dio fosse con lui. Non era più solo. “... Certo, l’Eterno è in questo
luogo” disse “e io non lo sapevo... Questa non è altro che la casa di
Dio, e questa è la porta del cielo” (
Genesi 28:16, 17
).
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“E Giacobbe si levò la mattina di buon’ora, prese la pietra che
avea posta come suo capezzale, la eresse in monumento, e versò
dell’olio sulla sommità d’essa” (
Genesi 28:18
). Era consuetudine
commemorare gli eventi importanti: Giacobbe eresse allora un me-
moriale, in ricordo della misericordia di Dio, in modo che ogni volta
che fosse passato di là, si sarebbe fermato in quel luogo sacro per
adorare il Signore. Chiamò quel posto Bethel, cioè “casa di Dio”.
Ripeté con profonda gratitudine la promessa secondo la quale Dio
lo avrebbe accompagnato e poi fece un giuramento solenne: “Se Dio
è meco, se mi guarda durante questo viaggio che fo, se mi dà pane
da mangiare e vesti da coprirmi, e se ritorno sano e salvo alla casa
del padre mio, l’Eterno sarà il mio Dio; e questa pietra che ho eretta
in monumento, sarà la casa di Dio; e di tutto quello che tu darai a
me, io, certamente, darò a te la decima” (
Genesi 28:20-22
).
Giacobbe non stava cercando di trattare con Dio. Il Signore gli
aveva già promesso la ricchezza. Il suo giuramento era l’espressio-
ne di un animo pieno di gratitudine per la certezza dell’amore e
della misericordia divini. Aveva compreso che Dio voleva che egli
riconoscesse di avere una missione speciale da compiere e offrisse
una risposta ai segni evidenti della benevolenza che Dio gli aveva
manifestato.
Allo stesso modo, ogni benedizione che ci viene offerta richiede
una risposta a Dio. Il cristiano dovrebbe riconsiderare spesso la sua
vita passata, per ricordare con gratitudine le preziose liberazioni
che il Signore ha realizzato in suo favore, sostenendolo nella prova,
suggerendogli una via di uscita quando tutto sembrava impossibile e
oscuro, rincuorandolo quando stava per scoraggiarsi. Egli dovrebbe
riconoscere che tutto ciò dimostra la protezione degli angeli di Dio.
Consapevole di queste innumerevoli benedizioni dovrebbe doman-
darsi spesso con umiltà e gratitudine: “Che renderò io all’Eterno?