Pagina 184 - Patriarchi e profeti (1998)

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Capitolo 18: La lotta notturna
Nonostante Giacobbe avesse lasciato Paddan-Aram per ubbidire
alle direttive divine, il viaggio di ritorno, lungo la strada percorsa
vent’anni prima mentre fuggiva, non fu privo di difficoltà. La sua
colpa era viva nella sua mente: aveva ingannato suo padre.
Sapeva che il lungo esilio era una conseguenza diretta di quel-
l’errore; vi ripensava giorno e notte e i rimorsi di coscienza lo
tormentarono per tutto il viaggio. Quando, in lontananza, apparvero
le colline della sua terra, il patriarca si commosse profondamente:
ricordò tutto il passato, e insieme al rimpianto del peccato, rifletté
sulla benevolenza manifestata da Dio nei suoi confronti con le sue
promesse di aiuto e di guida. Mentre il patriarca si avvicinava alla
sua destinazione, il ricordo di Esaù suscitava in lui tristi presagi. Si-
curamente, dopo la fuga di Giacobbe, Esaù si riteneva l’unico erede
dei beni paterni. La notizia del ritorno del fratello poteva indurlo a
temere che egli volesse rivendicare la propria parte di eredità. Se
ne avesse avuta l’intenzione, ora Esaù era in grado di far del male
a suo fratello e manifestava tutta la sua violenza nei suoi confronti,
non solo per un desiderio di vendetta ma anche per assicurarsi il
possesso definitivo dei beni che per tanto tempo aveva considerato
propri.
Il Signore, ancora una volta, diede a Giacobbe un segno della
sua protezione. Mentre si allontanava dalle montagne di Galaad,
dirigendosi verso sud, due schiere di angeli si misero a precedere e a
seguire il gruppo, per proteggerlo. Allora Giacobbe ricordò la visione
ricevuta tanto tempo prima a Bethel e, rivedendo i messaggeri divini
che lo avevano incoraggiato durante la fuga da Canaan, si sentì
rassicurato. Per questo egli disse: “... Questo è il campo di Dio; e
pose nome a quel luogo Mahanaim”, cioè due campi o due eserciti
(
Genesi 32:2
).
Giacobbe, tuttavia, pensò di dover fare qualcosa anche lui per
assicurarsi la propria salvezza. Decise infatti di inviare dei mes-
saggeri per porgere a Esaù un saluto di riconciliazione. Egli indicò
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