Pagina 195 - Patriarchi e profeti (1998)

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Il ritorno di Giacobbe in Canaan
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da Dio è avere un carattere in armonia con la sua legge. Chiunque si
adeguerà alle richieste divine potrà entrare nel Regno della gloria. Il
Cristo stesso disse: “Chi crede nel Figliuolo ha la vita eterna; ma chi
rifiuta di credere al Figliuolo non vedrà la vita...” (
Giovanni 3:36
).
“Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli,
ma chi fa la volontà del Padre mio che è ne’ cieli” (
Matteo 7:21
).
Inoltre, nell’Apocalisse, dichiara: “Beati coloro che mettono in opera
i comandamenti d’esso, acciocché abbiano ragione nell’albero della
vita, ed entrino per le porte nella città” (
Apocalisse 22:14,
Diodati).
L’unica possibilità di salvezza per l’uomo è descritta nella Parola di
Dio.
Infatti, sarà salvato ogni individuo che si impegnerà per liberarsi
dal male, cosciente dell’autorità di Dio e del rispetto che gli è dovuto.
Egli dovrà imparare a usare le armi che Dio offre a ogni cristiano
che lotta per esercitare la fede. Verrà scelto chi preserverà la propria
salvezza tramite la preghiera, studiando le Scritture ed evitando la
tentazione; colui che conserverà con costanza la fede e ubbidirà a
ogni parola pronunciata da Dio. I mezzi per ottenere la redenzione
sono accessibili a tutti, ma solo coloro che adempiono a queste
condizioni saranno salvati.
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Esaù aveva disprezzato le benedizioni del patto, considerando i
beni temporali superiori a quelli spirituali: il suo desiderio era stato
soddisfatto. Si era separato dal popolo di Dio con una decisione
liberamente espressa. Giacobbe aveva scelto invece l’eredità della
fede, benché inizialmente avesse cercato di ottenerla con l’astuzia, il
tradimento e l’inganno. Dio aveva permesso che quell’errore produ-
cesse in lui una conversione. Nonostante l’amara esperienza vissuta
in giovinezza, Giacobbe non abbandonò mai questo suo proposito,
né rinunciò alla sua scelta. Comprese che nel ricorrere all’abilità
e agli espedienti umani per assicurarsi la benedizione, egli si era
opposto a Dio. Dopo quella notte di lotta, vicino allo Iabbok, Gia-
cobbe diventò un altro uomo. La fiducia che riponeva in se stesso era
stata sradicata, la tendenza all’inganno, che in precedenza lo aveva
caratterizzato, scomparve. La sua condotta non fu più dominata dalla
malizia e dalla menzogna, ma dalla semplicità e dalla franchezza.
Aveva imparato ad affidarsi a colui che è onnipotente: nelle prove
e nelle sofferenze, con umiltà e sottomissione, egli si piegava alla
volontà di Dio. Gli aspetti più negativi del suo carattere furono eli-