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Patriarchi e profeti
vano compiuto in quei luoghi. Egli decise quindi di inviare Giuseppe
a cercarli. Se Giacobbe avesse conosciuto i veri sentimenti dei suoi
figli, da loro abilmente dissimulati, non si sarebbe fidato di mandarlo
da solo.
Giuseppe iniziò il suo viaggio serenamente: né lui né il vecchio
padre immaginavano tutto ciò che sarebbe accaduto, prima che si
potessero incontrare nuovamente. Quando, dopo un viaggio lungo
e solitario, Giuseppe arrivò a Sichem, non trovò né i fratelli né il
gregge. Domandò di loro e gli dissero di andare verso Dotan. Aveva
viaggiato per più di ottanta chilometri e ora doveva percorrerne altri
ventiquattro. Ma Giuseppe dimenticò la stanchezza: sospinto dal
desiderio di portare buone notizie al padre in ansia, si affrettò a
raggiungere i fratelli, per i quali, nonostante il loro atteggiamento
ostile, nutriva ancora affetto.
Essi lo videro in lontananza ma non si preoccuparono del lungo
viaggio che aveva affrontato per incontrarli né del fatto che fosse
stanco e affamato, né dei comuni doveri dell’ospitalità o dell’amo-
re fraterno; nulla valse ad attenuare l’amarezza del loro rancore.
Vedendo la sua tunica, segno della predilezione paterna, persero il
controllo e gridarono ironicamente: “... Ecco cotesto sognatore che
viene!” (
Genesi 37:19
). L’invidia e lo spirito di vendetta, a lungo
coltivati, ebbero il sopravvento. “Uccidiamolo” dissero “e gettia-
molo in una di queste cisterne; diremo poi che una mala bestia l’ha
divorato, e vedremo che ne sarà, de’ suoi sogni” (
Genesi 37:20
).
Se non fosse stato per Ruben, essi avrebbero attuato il loro piano.
Egli non osò partecipare all’assassinio di suo fratello e propose che
Giuseppe venisse abbandonato alla morte, chiuso in una cisterna.
In realtà, voleva liberarlo e restituirlo al padre. Dopo aver convinto
tutti i fratelli ad accettare il suo piano Ruben si allontanò, perché
temeva che scoprissero i suoi sentimenti e le sue vere intenzioni.
Giuseppe arrivò, ignaro del pericolo e felice di averli raggiunti
dopo una lunga ricerca. Invece dell’atteso saluto, incontrò gli sguardi
terribili dei fratelli, pieni di rancore e di vendetta. Fu afferrato, la sua
tunica venne strappata. Con insulti e minacce gli rivelarono la loro
decisione di ucciderlo. Nessuna delle sue suppliche fu ascoltata: era
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completamente in balia di quegli uomini impazziti. Lo trascinarono
con violenza vicino a una profonda cisterna e lo gettarono dentro.
Dopo essersi assicurati che non avesse nessuna possibilità di fuga,