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Patriarchi e profeti
indicavano lo stesso evento e sembravano predire una grande cala-
mità. Non riuscendo a comprenderne il significato ne fu sconvolto:
neppure i magi e i sapienti del suo regno seppero formulare l’inter-
pretazione di quei presagi. I dubbi e le preoccupazioni del sovrano
aumentarono e a palazzo il turbamento divenne generale. In quel
momento, al coppiere ritornarono in mente le circostanze del suo
sogno. Si ricordò di Giuseppe e sentì un profondo rimorso per la
propria ingratitudine e negligenza. Subito informò il faraone di come
il suo sogno e quello del capo dei panettieri fossero stati interpretati
da un prigioniero ebreo e come entrambe le predizioni si fossero
puntualmente avverate.
Per il faraone fu senza dubbio umiliante, dopo aver consultato
invano i magi e i sapienti del suo regno, essere costretto a rivolgersi
a uno straniero, per di più schiavo. Tuttavia, egli era disposto ad
accettare anche il più umile contributo, per rasserenare il suo animo
inquieto. Giuseppe fu chiamato immediatamente. Si tolse i suoi abiti
di prigioniero, si rase i capelli, diventati molto lunghi durante quel
periodo di prigionia e infine fu introdotto alla presenza del re. “E
Faraone disse a Giuseppe: Ho fatto un sogno, e non c’è chi lo possa
interpretare; e ho udito dir di te che, quando t’hanno raccontato un
sogno, tu lo puoi interpretare. Giuseppe rispose a Faraone, dicendo:
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Non son io; ma sarà Dio che darà a Faraone una risposta favorevole”
(
Genesi 41:15, 16
). La risposta data da Giuseppe al re rivela la sua
umiltà e la sua fede in Dio. “Non son io” egli disse. Solo Dio può
spiegare i misteri.
Il faraone iniziò allora a raccontare il suo sogno: “... Io stavo
sulla riva del fiume; quand’ecco salir dal fiume sette vacche grasse
e di bell’apparenza, e mettersi a pascere nella giuncaia. E, dopo
quelle, ecco salire altre sette vacche magre, di bruttissima apparenza
e scarne: tali, che non ne vidi mai di così brutte in tutto il paese
d’Egitto. E le vacche magre e brutte divorarono le prime sette vacche
grasse; e quelle entrarono loro in corpo e non si riconobbe che vi
fossero entrate; erano di brutt’apparenza come prima. E mi svegliai.
Poi vidi ancora nel mio sogno sette spighe venir su da un unico
stelo, piene e belle; ed ecco altre sette spighe vuote, sottili e arse
dal vento orientale, germogliare dopo quelle altre. E le spighe sottili
inghiottirono le sette spighe belle. E io ho raccontato questo ai magi;
ma non c’è stato alcuno che abbia saputo spiegarmelo” (
Genesi