Pagina 245 - Patriarchi e profeti (1998)

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Le piaghe d’Egitto
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da una mano potente, li caccerà dal suo paese” (
Esodo 6:1
). Il Si-
gnore gli ricordò ancora una volta il patto che aveva stabilito con i
suoi padri e gli garantì che sarebbe stato mantenuto.
Nonostante il lungo periodo di schiavitù in Egitto, alcuni israeliti
erano ancora fedeli a Yahweh; essi erano profondamente turbati
nel vedere che i loro figli erano spesso costretti ad assistere alle
perversioni del paganesimo. Alcuni si erano spinti fino al punto di
inchinarsi davanti a quelle divinità inesistenti. Nella loro angoscia,
quei genitori invocarono la liberazione di Dio dall’oppressione degli
egiziani e dall’influsso degradante dell’idolatria. Essi non avevano
tenuto segreta la loro fede, ma avevano dichiarato apertamente agli
egiziani che l’unico oggetto del loro culto era il Creatore del cielo
e della terra, un Dio reale e vivente. Spesso essi parlavano delle
prove della sua esistenza e potenza, che Egli aveva manifestato
dalla creazione sino ai giorni di Giacobbe. Gli egiziani avevano
avuto la possibilità di conoscere la religione degli ebrei; tuttavia
disprezzarono le parole dei loro schiavi, cercando anzi di corromperli
con promesse di ricompensa e, se non avessero ceduto, con minacce
e torture.
Gli anziani d’Israele cercarono di sostenere la fede ormai in-
certa dei loro fratelli. Ricordarono loro le promesse di Dio ai padri
d’Israele e le parole profetiche pronunciate da Giuseppe prima di
morire, con cui aveva predetto la liberazione dal dominio egiziano.
Alcuni li ascoltarono e continuarono ad avere fede, altri, scorag-
giati dalla situazione presente, si rifiutarono di sperare. Quando gli
egiziani vennero a conoscenza dei discorsi che circolavano fra gli
schiavi ebrei, derisero le loro aspettative e negarono con disprezzo
la potenza del loro Dio. Sottolineando la loro condizione di schiavi,
dicevano in tono sarcastico: “Se il vostro Dio è giusto e misericor-
dioso, ed è più potente di tutti gli dèi egiziani, perché non vi libera?”.
Il popolo egiziano, affermavano, era ricco e potente: eppure adorava
quelle divinità che gli schiavi ebrei continuavano a definire false. Gli
egiziani attribuivano infatti la loro prosperità alla benedizione degli
dèi, che resero schiavi dell’Egitto gli israeliti: si vantavano di avere
il potere di opprimere e distruggere coloro che adoravano Yahweh.
Il faraone stesso osò affermare che il Dio degli ebrei non avrebbe
mai potuto liberarli dal suo dominio.
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Questo atteggiamento soffocò la speranza di molti israeliti, ai