Le piaghe d’Egitto
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hanno dato ascolto; come dunque darebbe Faraone ascolto a me...?”
(
Esodo 6:12
). Gli fu detto allora di prendere Aronne con sé e presen-
tarsi al faraone “... per trarre i figliuoli d’Israele dal paese d’Egitto”
(
Esodo 6:13
).
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Mosè capì che il faraone avrebbe ceduto solo nel momento in
cui Dio avesse eseguito la sua sentenza sull’Egitto, liberando Israele
attraverso una chiara dimostrazione di potenza. Prima che le piaghe
colpissero il paese, Mosè doveva presentare al sovrano le terribili
conseguenze che ne sarebbero derivate, per offrirgli la possibilità
di evitarle. Ogni volta che il faraone avesse respinto una punizione,
rifiutando di riconoscere il proprio errore, ne sarebbe seguita un’altra
ancora più dura. Infine, umiliato, sarebbe stato costretto a riconoscere
nel Creatore dei cieli e della terra il vero Dio. Il Signore desiderava
che gli egiziani potessero constatare quanto fosse sterile la saggezza
dei loro grandi uomini e quanto fosse debole la forza che i loro
dèi potevano opporre alla realizzazione dei suoi piani. L’Egitto
sarebbe stato punito per la sua idolatria: gli egiziani non avrebbero
più potuto vantare la protezione delle loro divinità inanimate. Dio
avrebbe glorificato il suo nome, affinché gli altri popoli potessero
conoscere e temere la potenza dei suoi interventi. Anche gli ebrei
avrebbero abbandonato l’adorazione degli idoli per offrire un culto
sincero all’Eterno.
Mosè e Aronne entrarono ancora una volta nelle imponenti sale
del palazzo reale. I due rappresentanti del popolo schiavo erano
lì, tra le superbe colonne, i ricchi ornamenti, i dipinti preziosi e le
immagini scolpite degli dèi pagani, per ripetere al faraone l’ordine
divino di liberare Israele. Il sovrano, per assicurarsi che fossero stati
inviati da Dio, pretese un segno miracoloso. Mosè e Aronne erano
già stati istruiti su come agire in questa situazione e così Aronne
prese il bastone, lo gettò ai piedi del faraone, ed esso si trasformò in
serpente. “Faraone a sua volta chiamò i savi e gli incantatori” ognuno
dei quali “gettò il suo bastone, e i bastoni diventaron serpenti; ma il
bastone d’Aaronne inghiottì i bastoni di quelli” (
Esodo 7:11, 12
). Il
sovrano, sempre più deciso, dichiarò che i suoi indovini avevano gli
stessi poteri di Mosè e Aronne e li denunciò come impostori. Era
tanto sicuro di sé che rifiutò ancora una volta di acconsentire alle loro
richieste. Nonostante il disprezzo con cui il sovrano aveva accolto
il loro messaggio, Dio gli impedì di fare del male ai suoi inviati.