Pagina 249 - Patriarchi e profeti (1998)

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Le piaghe d’Egitto
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rappresentato il Cristo, colui che un giorno avrebbe liberato l’u-
manità dal dominio del male. Sapeva che quando il Cristo sarebbe
apparso, potenti miracoli avrebbero dimostrato al mondo che Dio
stesso lo aveva inviato. Questa prospettiva lo terrorizzava: simulan-
do i prodigi che Dio realizzava tramite Mosè sperava non solo di
impedire la liberazione degli israeliti, ma anche distruggere la fede
nei miracoli che il Cristo avrebbe compiuto. Satana cerca continua-
mente di contraffare l’opera di Gesù e far prevalere il suo potere e le
sue rivendicazioni. Egli induce le persone a considerare i miracoli
descritti nei Vangeli come frutto di poteri umani. In questo modo
annulla nella mente di molti la fede in Cristo come Figlio di Dio e li
induce a rifiutare la grazia che offre il piano della redenzione.
[219]
Il giorno seguente a Mosè e Aronne fu chiesto di recarsi sulla riva
del fiume. Le benefiche inondazioni del Nilo rappresentavano una
garanzia di cibo e benessere per tutto l’Egitto: per questo, il fiume
veniva adorato come un dio e il sovrano vi si recava ogni giorno
per presentargli le sue preghiere. I due fratelli, dopo aver ripetuto
ancora una volta il loro messaggio, stesero il bastone e colpirono
l’acqua. Il fiume “sacro” si trasformò in sangue, i pesci morirono e
le acque assunsero un odore ripugnante. L’acqua che era nelle case
e le riserve contenute nelle cisterne furono anch’esse trasformate in
sangue.
Ma “i magi d’Egitto fecero lo stesso con le loro arti occulte... E
Faraone, volte ad essi le spalle, se ne andò a casa sua, e neanche di
questo fece alcun caso” (
Esodo 7:22, 23
).
La piaga continuò per sette giorni, senza che ciò facesse cambiare
decisione al sovrano. Il bastone fu steso sull’acqua una seconda volta
e dal fiume uscirono le rane, che invasero tutto l’Egitto. Entrarono
nelle case, si infilarono nelle camere da letto, nei forni, nelle madie
e nei mastelli. La rana era considerata dagli egiziani un animale
sacro, che essi non potevano uccidere. Quel viscido flagello diventò
presto intollerabile. Infatti, le rane invasero perfino il palazzo reale:
il faraone era impaziente di liberarsene. I maghi sembravano avere
il potere di riprodurre lo stesso fenomeno, ma non riuscirono ad
allontanare l’invasione delle rane.
La situazione era umiliante. Il faraone fece chiamare Mosè e
Aronne e disse loro: “... Pregate l’Eterno che allontani le rane da me
e dal mio popolo e io lascerò andare il popolo perché offra sacrifi-